Pakistan: licenziato per blasfemia il direttore di un giornale laico
Zameer Afaqi, giornalista musulmano, ex direttore di “Takmeel e-Pakistan” (“Il vero
Pakistan”), magazine pubblicato a Lahore (in Punjab), è stato licenziato dal giornale
per le pressioni di gruppi fondamentalisti islamici e per le accuse di blasfemia rivolte
al giornale. Afaqi, sposato, con tre figli, in seguito alla vicenda si è trovato disoccupato,
ha subìto un attacco cardiaco, è stato ricoverato in ospedale e ora si trova segregato
in casa, tuttora minacciato. Il magazine che dirigeva si ispira ai valori fondativi
del Pakistan: citando il padre del patria, Ali Jinnah, difende l’idea di una nazione
laica, dove regni lo Stato di diritto, la democrazia, la libertà. Raggiunto dall’agenzia
Fides, Afaqi spiega di aver più volte scritto contro l’estremismo islamico e contro
i talebani, definendoli “virus della nazione”. Ha difeso apertamente i diritti umani,
i diritti della minoranze religiose e l’importanza del loro contributo alla società
pakistana. Per questo il giornale e il suo ex direttore sono entrati nelle mire degli
estremisti della rete Tahafuz-e-Namoos-e-Rislat Mahaz (“Alleanza per difende l’onore
del Profeta”). Afaqi, come riferisce in un colloquio con Fides, è stato licenziato
nel febbraio scorso a causa di un editoriale considerato “blasfemo”. Il direttore
aveva appena pubblicato un articolo sulle organizzazioni islamiste vietate in Pakistan
(quelle bandite ufficialmente per legami col terrorismo) che però continuano apertamente
le loro attività. I fondamentalisti hanno iniziato una campagna di pressioni e di
protesta pubblica: hanno così registrato una denuncia per blasfemia contro il giornale,
citando un vecchio articolo in cui si parlava del compleanno del Profeta Maometto.
A quel punto l’editore, per paura di peggiori conseguenze, ha chiesto scusa agli estremisti
e ha deciso di licenziare il direttore. Afaqi dice a Fides: “Non è facile essere un
giornalista in Pakistan, Paese inquinato dal fanatismo. Oggi sono senza lavoro, non
so come provvedere alla mia famiglia e in più temo per la mia vita e per quella dei
miei cari. Tuttavia con la mia opera continuerò a condannare l’estremismo e a promuovere
la difesa dei diritti umani e dei diritti delle minoranze. Credo che la speranza per
questo Paese sia l’unione di tutte le persone di buona volontà”. Il giornalista informa
Fides che intende scrivere un libro sulla figura di Salman Taseer, ex governatore
del Punjab, assassinato dalla sua guardia del corpo nel gennaio 2011 per aver chiesto
una modifica della legge sulla blasfemia e per aver difeso Asia Bibi, donna cristiana
condannata a morte per blasfemia. Nella vicenda di Zameer Afaqi, l’amministrazione
civile e la polizia di Lahore hanno lasciato agire indisturbate le organizzazioni
settarie e i gruppi militanti che “vogliono farsi giustizia da soli, nel disprezzo
dello stato di diritto”. Alcune Ong, come l’Asian Human Rights Commission, ha segnalato
il caso di Afaqi all’Osservatore speciale Onu sulla libertà di espressione, chiedendo
il suo intervento. (R.P.)