Messaggio del Papa nell'Anno Clariano: come Santa Chiara, cercate in Dio il segreto
della vera gioia
Il segreto della vera gioia è affidarsi a Dio: è quanto scrive Benedetto XVI in un
messaggio in occasione dell’Anno Clariano, che celebra l'ottavo centenario della conversione
di Santa Chiara. Il messaggio del Papa è stato letto ieri sera, nella cattedrale di
San Rufino ad Assisi, dal vescovo locale, mons. Domenico Sorrentino, durante la celebrazione
dei Primi Vespri della Domenica delle Palme. Il servizio di Alessandro Gisotti:
San Francesco
e Santa Chiara parlano ancora oggi al cuore dei giovani: è quanto sottolinea Benedetto
XVI nel suo messaggio per l’Anno Clariano in cui mette l’accento sull’attualità del
messaggio francescano. “Come non proporre Chiara, al pari di Francesco, all’attenzione
dei giovani d’oggi?”, si chiede il Papa. “Il tempo che ci separa dalla vicenda di
questi due Santi – sottolinea – non ha sminuito il loro fascino”. Al contrario, rileva,
“se ne può vedere l’attualità al confronto con le illusioni e le delusioni che spesso
segnano l’odierna condizione giovanile”. Mai, avverte, “un tempo ha fatto sognare
tanto i giovani, con le mille attrattive di una vita in cui tutto sembra possibile
e lecito”. Eppure, è il suo richiamo, “quanta insoddisfazione è presente, quante volte
la ricerca di felicità, di realizzazione finisce per imboccare strade che portano
a paradisi artificiali, come quelli della droga e della sensualità sfrenata”.
Il
Papa si sofferma anche sulla “situazione attuale con la difficoltà di trovare un lavoro
dignitoso e di formare una famiglia unita e felice, aggiunge nubi all’orizzonte”.
Tuttavia, afferma con speranza, “non mancano” giovani che, “anche ai nostri giorni,
raccolgono l’invito ad affidarsi a Cristo e ad affrontare con coraggio, responsabilità
e speranza il cammino della vita, anche operando la scelta di lasciare tutto per seguirlo
nel totale servizio a Lui e ai fratelli”. Ecco allora, si legge nel messaggio, che
la storia di Chiara e Francesco, “è un invito a riflettere sul senso dell’esistenza
e a cercare in Dio il segreto della vera gioia”. E’, soggiunge, “una prova concreta
che chi compie la volontà del Signore e confida in Lui non solo non perde nulla, ma
trova il vero tesoro capace di dare senso a tutto”. Il Papa ribadisce dunque che la
“conversione” di Chiara, avvenuta proprio nei giorni che precedono la Pasqua, è una
“conversione del cuore”. Come Francesco, rammenta, “ella non avrà più gli abiti raffinati
della nobiltà di Assisi, ma l’eleganza di un’anima che si spende nella lode di Dio
e nel dono di sé”. Chiara si fa dunque “sicura interprete dell’ideale francescano”
implorando il “privilegio della povertà” che “lasciò a lungo perplesso lo stesso Sommo
Pontefice, il quale alla fine si arrese all’eroismo della sua santità”.
Il
messaggio ricorda inoltre il “tratto ecclesiale” della vicenda di Chiara e Francesco,
aiutati dal vescovo di Assisi, nonostante in molti osteggiassero la loro scelta. “Istituzione
e carisma – annota Benedetto XVI – interagiscono stupendamente. L’amore e l’obbedienza
alla Chiesa, tanto rimarcati nella spiritualità francescana-clariana affondano le
radici in questa bella esperienza della comunità cristiana di Assisi”, che accompagnò
sulla via della santità Chiara e Francesco. Il Papa conclude il suo messaggio con
un pensiero alle Clarisse, che “mostrano quotidianamente la bellezza e la fecondità
della vita contemplativa, a sostegno del cammino di tutto il Popolo di Dio”, e ai
francescani di tutto il mondo come “a tanti giovani in ricerca e bisognosi di luce”.
L’auspicio infine che i ragazzi di oggi possano “riscoprire sempre di più queste due
luminose figure del firmamento della Chiesa”.