2012-03-30 14:29:11

Mons. Balestrero: il vertice "Rio+20" promuova uno sviluppo sostenibile nel rispetto dell'uomo


Si è tenuta all’Università Lateranense la giornata di studio “Green Economy tra solidarietà e sostenibilità”, organizzata in vista della conferenza di Rio de Janeiro delle Nazioni Unite sullo sviluppo sostenibile, che si svolgerà nel prossimo giugno. Ha aperto la giornata di studi mons. Ettore Balestrero, sottosegretario vaticano per i Rapporti con gli Stati. A lui Davide Maggiore ha chiesto quali siano gli auspici della Santa Sede per il prossimo vertice internazionale, noto come "Rio+20":RealAudioMP3

R. – L’auspicio della Santa Sede è che Rio+20 contribuisca alla ridefinizione di un nuovo modello di sviluppo che sia permeato e, direi, ancorato a quei principi condivisi dalla Dottrina sociale della Chiesa, che sono capisaldi della effettiva tutela della dignità umana, e quindi proprio per questo stanno alla base di uno sviluppo che presti effettiva attenzione alle persone più vulnerabili e garantisca il rispetto della centralità della persona umana. Penso, per esempio, alla promozione, alla condivisione del bene comune, all’accesso ai beni primari, incluso il bene essenziale che è l’educazione, alla destinazione universale non solo dei beni ma anche dei frutti dell’attività umana, alla equità intra-generazionale che è intimamente collegata al principio della giustizia sociale.

D. – La Chiesa potrebbe avere un ruolo di mediazione in questo senso?

R. – La Chiesa non deve condurre una battaglia politica – quella battaglia politica che necessariamente, inevitabilmente, si instaura per dare attuazione agli accordi sottoscritti per realizzare uno sviluppo sostenibile. La Chiesa deve inserirsi nell’ambito di questo impegno attraverso l’argomentazione razionale e contribuire al rafforzamento delle forze spirituali, delle forze culturali e anche di quelle politiche, senza le quali non si può procedere sul cammino dello sviluppo umano integrale.

D. – Quale contributo può portare la Chiesa a questo dibattito planetario, come richiamo non solo a principi ma anche ad esempi concreti?

R. – Credo che il principale contributo della Santa Sede e della Chiesa al processo di Rio+20 sia quello di incoraggiare l’inquadramento dello sviluppo sostenibile all’interno della cornice più ampia dello sviluppo umano integrale, perché così si favorisce una fruttuosa interazione delle componenti sociali, economiche, ambientali e anche etiche dello sviluppo. Quanto a esempi concreti di contributi, lo stesso Santo Padre e i dicasteri della Santa Sede – enti qualificati come, ad esempio, la Pontificia Accademia delle Scienze sociali – sono intervenuti su varie tematiche inerenti allo sviluppo sostenibile, ne hanno analizzato varie sfaccettature e hanno offerto un contributo che certamente è utile per la comunità internazionale. Ancora un altro esempio concreto: sul tetto dell’Aula Paolo VI e in altri punti dello Stato della Città del Vaticano sono stati collocati impianti fotovoltaici che garantiscono un minore impatto ambientale e una maggiore efficienza energetica della città del Vaticano.

D. – Per quanto riguarda il tema dell’ecologia, il Beato Giovanni Paolo II nella Centesimus annus ha ricordato l’esigenza anche di un’ecologia umana, ovvero la necessità di affrontare questo tema anche dal punto di vista spirituale, morale…

R. – Credo che Papa Benedetto XVI abbia contribuito in maniera significativa allo sviluppo di questo concetto, riprendendo proprio quanto Giovanni Paolo II ha affermato con il suo grande Magistero. Benedetto XVI ha ricordato che la fede nel Creatore è una parte essenziale del credo cristiano. La Chiesa, quindi, ha una responsabilità per il creato e deve far valere questa responsabilità anche in pubblico. E nel farlo, difende e deve difendere non solo la terra, l’acqua, come doni della creazione appartenenti a tutti, ma deve proteggere anche l’uomo contro la distruzione di se stesso. E’ in questo senso che è necessaria un’ecologia dell’uomo intesa nel senso giusto. Quindi, la Chiesa parla della natura dell’uomo, dell’essere umano, e chiede che l’ordine della creazione venga rispettato. Si tratta della fede nel Creatore e dell’ascolto del linguaggio della creazione. Il Papa ci ricorda che disprezzare questo linguaggio della creazione sarebbe l’autodistruzione dell’uomo e in questo senso colloca il concetto di ecologia umana. (bf)







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