Vertice di Seul: accordo sulla lotta al terrorismo nucleare
I 53 capi di Stato e di governo hanno concluso i lavori del summit di Seul sulla sicurezza
nucleare con l’impegno a cooperare per la prevenzione del terrorismo e per tenere
al sicuro i materiali sensibili. Intanto la Cerea del Nord va avanti con il suo programma
missilistico ma apre agli osservatori internazionali. Sentiamo Marco Guerra:
Il vertice sulla
sicurezza nucleare di Seul ha fatto da cornice all’ennesimo tentativo di ridurre le
distanze sulla crisi siriana tra Stati Uniti, Cina, Russia. Il sostegno di Pechino
e Mosca al piano di pace di Kofi Anan rappresenta un passo in avanti delle due super
potenze che hanno spesso usato il loro diritto di veto al consiglio di sicurezza dell’Onu
per difendere il governo di Assad. Ma sul tavolo del summit hanno tenuto banco soprattutto
i dossier del nucleare iraniano e nord coreano. Scongiurare l’uso militare della tecnologia
atomica è infatti l’obiettivo della dichiarazione finale dei 53 leader presenti ai
lavori, che ribadisce la necessità di cooperare per la prevenzione del terrorismo
nucleare, per ridurre al minimo l'uso di uranio altamente arricchito e per tenere
al sicuro materiali e siti sensibili. Propositi – affermano i grandi – che non ostacoleranno
i diritti degli Stati di utilizzare il nucleare per fini pacifici. E proprio a questo
diritto si è appellata la Corea del Nord che - a poche ore dal vertice – ha ribadito
che non abbandonerà mai “il progetto del lancio di un satellite a scopi pacifici”,ritenuto
invece dai Paesi occidentali il test di un missile con potenziale testata atomica.
Per dimostrare le sue intensioni Pyongyang ha invitato un gruppo di esperti indipendenti
ad assistere e al lancio del razzo annunciato per la metà di aprile.