Cuba rafforzi la libertà religiosa: così il Papa nella Messa all'Avana
Le autorità cubane rafforzino la libertà religiosa: è quanto ha chiesto Benedetto
XVI nell’omelia della Messa da lui presieduta nella Piazza della Rivoluzione all'Avana,
di fronte a 300mila persone, nell’ultima giornata del suo 23° viaggio internazionale
che lo ha portato in Messico e a Cuba.
Libertà religiosa. Passi avanti a
Cuba, ma va rafforzato quanto raggiunto “La Chiesa – ha detto - vive per rendere
partecipi gli altri dell’unica cosa che possiede, e che non è altro che Cristo stesso,
speranza della gloria (cfr Col 1,27). Per poter svolgere questo compito, essa deve
contare sull'essenziale libertà religiosa, che consiste nel poter proclamare e celebrare
anche pubblicamente la fede, portando il messaggio di amore, di riconciliazione e
di pace, che Gesù portò al mondo. E’ da riconoscere con gioia – ha proseguito - che
sono stati fatti passi in Cuba affinché la Chiesa compia la sua ineludibile missione
di annunciare pubblicamente ed apertamente la sua fede. Tuttavia, è necessario proseguire,
e desidero incoraggiare le autorità governative della Nazione a rafforzare quanto
già raggiunto ed a proseguire in questo cammino di genuino servizio al bene comune
di tutta la società cubana”.
La libertà religiosa alimenta la speranza
in un mondo migliore “Il diritto alla libertà religiosa, sia nella sua dimensione
individuale sia in quella comunitaria, - ha detto il Papa - manifesta l'unità della
persona umana che è, nel medesimo tempo, cittadino e credente. Legittima anche che
i credenti offrano un contributo all'edificazione della società. Il suo rafforzamento
consolida la convivenza, alimenta la speranza in un mondo migliore, crea condizioni
propizie per la pace e per lo sviluppo armonioso e, contemporaneamente, stabilisce
basi solide sulle quali assicurare i diritti delle generazioni future”.
La
Chiesa non chiede privilegi ma di essere fedele al mandato da Cristo “Quando
la Chiesa mette in risalto questo diritto – ha rilevato il Pontefice - non sta reclamando
alcun privilegio. Pretende solo di essere fedele al mandato del suo divino Fondatore,
cosciente che dove Cristo si rende presente, l'uomo cresce in umanità e trova la sua
consistenza. Per questo, essa cerca di offrire questa testimonianza nella sua predicazione
e nel suo insegnamento, sia nella catechesi come negli ambienti formativi ed universitari.
È da sperare che presto giunga anche qui il momento in cui la Chiesa possa portare
nei vari campi del sapere i benefici della missione che il suo Signore le ha affidato
e che non può mai trascurare”.
Solo Cristo può dare la vera libertà Commentando
le letture, il Papa ha parlato della “vera libertà” che solo Cristo può dare. Ha ricordato
la vicenda dei tre giovani perseguitati dal sovrano babilonese, che “preferiscono
affrontare la morte bruciati dal fuoco piuttosto che tradire la loro coscienza e la
loro fede. Essi trovarono la forza di «lodare, glorificare e benedire Dio» nella
convinzione che il Signore del cosmo e della storia non li avrebbe abbandonati alla
morte ed al nulla. In effetti, Dio non abbandona mai i suoi figli, non li dimentica
mai. Egli sta al di sopra di noi ed è capace di salvarci con il suo potere”.
Scetticismo
e relativismo contro la verità “La verità – ha aggiunto - è un anelito dell'essere
umano, e cercarla suppone sempre un esercizio di autentica libertà. Molti, tuttavia,
preferiscono le scorciatoie e cercano di evitare questo compito. Alcuni, come Ponzio
Pilato, ironizzano sulla possibilità di poter conoscere la verità (cfr Gv 18,38),
proclamando l'incapacità dell'uomo di raggiungerla o negando che esista una verità
per tutti. Questo atteggiamento, come nel caso dello scetticismo e del relativismo,
produce un cambiamento nel cuore, rendendo freddi, vacillanti, distanti dagli altri
e rinchiusi in se stessi. Persone che si lavano le mani come il governatore romano
e lasciano correre il fiume della storia senza compromettersi. D'altra parte, ci
sono altri che interpretano male questa ricerca della verità, portandoli all'irrazionalità
e al fanatismo, per cui si rinchiudono nella «loro verità» e cercano di imporla agli
altri”.
Fede e ragione necessarie per la ricerca della verità “In
realtà – ha osservato il Papa - chi agisce irrazionalmente non può arrivare ad essere
discepolo di Gesù. Fede e ragione sono necessarie e complementari nella ricerca della
verità. Dio ha creato l'uomo con un'innata vocazione alla verità e per questo lo ha
dotato di ragione. Certamente non è l'irrazionalità, ma l’ansia della verità quello
che promuove la fede cristiana. Ogni essere umano deve scrutare la verità ed optare
per essa quando la trova, anche a rischio di affrontare sacrifici”.
La
verità, fondamento della libertà e della morale che uniscono culture e popoli “Inoltre
– ha spiegato - la verità sull'uomo è un presupposto ineludibile per raggiungere la
libertà, perché in essa scopriamo i fondamenti di un'etica con la quale tutti possono
confrontarsi e che contiene formulazioni chiare e precise sulla vita e la morte, i
doveri ed i diritti, il matrimonio, la famiglia e la società, in definitiva, sulla
dignità inviolabile dell'essere umano. Questo patrimonio etico è quello che può avvicinare
tutte le culture, i popoli e le religioni, le autorità e i cittadini, e i cittadini
tra loro, e i credenti in Cristo con coloro che non credono in Lui”.
La
Chiesa non impone nulla, ma propone la verità che rende liberi “Il Cristianesimo
– ha detto il Papa - ponendo in risalto i valori che sostengono l'etica, non impone,
ma propone l'invito di Cristo a conoscere la verità che rende liberi. Il credente
è chiamato a rivolgerlo ai suoi contemporanei, come lo fece il Signore, anche davanti
all’oscuro presagio del rifiuto e della Croce. L'incontro personale con Colui che
è la verità in persona ci spinge a condividere questo tesoro con gli altri, specialmente
con la testimonianza”.
Cuba e il mondo hanno bisogno di cambiamenti Il
Papa ha poi citato l'insigne sacerdote Félix Varela, “educatore e maestro, figlio
illustre di questa città di L'Avana che è passato alla storia di Cuba come il primo
che ha insegnato al suo popolo a pensare. Il Padre Varela ci presenta la strada per
una vera trasformazione sociale: formare uomini virtuosi per forgiare una nazione
degna e libera, poiché questa trasformazione dipenderà dalla vita spirituale dell'uomo;
infatti, «non c'è patria senza virtù» (Lettere ad Elpidio, lettera sesta, Madrid 1836,
220). Cuba ed il mondo hanno bisogno di cambiamenti, ma questi ci saranno solo se
ognuno è nella condizione di interrogarsi sulla verità e si decide a intraprendere
il cammino dell'amore, seminando riconciliazione e fraternità”.
Non
esitate a seguire Gesù e una nuova vita germoglierà “Cari amici – ha esortato
Benedetto XVI - non esitate a seguire Gesù Cristo. In Lui troviamo la verità su Dio
e sull'uomo. Egli ci aiuta a sconfiggere i nostri egoismi, ad uscire dalle nostre
ambizioni e a vincere ciò che ci opprime. Colui che opera il male, colui che commette
peccato, è schiavo del peccato e non raggiungerà mai la libertà (cfr Gv 8,34). Solo
rinunciando all'odio e al nostro cuore indurito e cieco, saremo liberi, ed una nuova
vita germoglierà in noi”.