Mali: l’Onu condanna il golpe. Negoziato di pace dei leader religiosi
Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite "condanna fermamente" il colpo di stato
compiuto il 22 marzo dalle forze militari ribelli in Mali. Attraverso una dichiarazione
del presidente di turno dei Quindici, l'ambasciatore inglese Mark Lyall Grant, l’organo
dell’Onu chiede alle truppe ribelli di cessare immediatamente ogni violenza in modo
da ripristinare l'ordine e far sì che le elezioni si tengano come previsto a fine
aprile. Il Consiglio di Sicurezza si dichiara altresì "fortemente preoccupato per
il deteriorarsi della sicurezza e della situazione umanitaria nella regione del Sahel",
complicata ulteriormente dalla presenza sul territorio di gruppi armati e di terroristi
che minacciano la pace di tutto il Paese. I Quindici chiedono infine alle autorità
nazionali e internazionali, insieme alle organizzazioni locali, di adottare immediatamente
tutte le misure necessarie per riportare la stabilità nella regione. Sul piano interno
i principali leader religiosi del Mali sono impegnati in negoziati per trovare una
soluzione alla crisi politica scaturita dal golpe militare. “Ieri ho partecipato
con mons. Jean Zerbo, arcivescovo di Bamako, insieme ai leader protestanti e islamici
del Paese, ad una riunione con i partiti politici che sono contrari al golpe. Oggetto
della riunione era quello di trovare una soluzione affinché i militari cedano il potere
il più presto possibile” dice all’agenzia Fides Don Edmond Dembele, segretario della
Conferenza episcopale del Mali. Nel frattempo la situazione del Paese sembra normalizzarsi.
“Ieri sono state riaperte parzialmente le frontiere, permettendo l’importazione delle
merci di prima necessità” riferisce don Dembele “La capitale appare calma - prosegue
il sacerdote -. Ho appena attraversato il centro della città ed ho potuto constatare
che la popolazione ha ripreso il lavoro. La circolazione stradale è tornata quasi
normale, vi sono diverse automobili e moto che circolano. Ieri c’è stata una piccola
manifestazione di alcune centinaia di giovani che hanno accolto l’appello lanciato
da alcuni partiti politici di protestare contro il golpe militare. La manifestazione,
che si è svolta di fronte alla Bourse du Travail, la sede dell’Union National des
Travailleurs du Mali (il sindacato principale del Paese), non è stata repressa e si
è svolta pacificamente” conclude don Dembele. (R.G.)