2012-03-26 14:51:39

Padre Lombardi: tra il Papa e la gente del Messico un incontro sereno, resteranno gli inviti alla speranza


Sulla tappa messicana del viaggio apostiolico di Benedetto XVI, e sul proseguo della visita a Cuba, l'inviato Giancarlo La Vella ha intervistato il direttore della Sala Stampa Vaticana, e nostro direttore generale, padre Federico Lombardi:RealAudioMP3

R. - Certamente, come centro del messaggio, in Messico, c’è stato un invito alla speranza per un popolo che ha delle sue difficoltà e delle sue sofferenze per i motivi che ben conosciamo. Quindi, le parole di incoraggiamento e di speranza del Papa sono quelle che resteranno più profondamente nel cuore. Quello che, però, mi sembra anche un risultato molto evidente di questo viaggio è l’incontro con il popolo messicano: è riuscito in profondità e con grande gioia e serenità. Da parte del popolo messicano, direi che si è avuto proprio quello che si attendeva e cioè anche la conoscenza personale del Papa Benedetto XVI: per la gran parte dei messicani l’immagine del Papa rimaneva naturalmente collegata a Giovanni Paolo II e quindi la figura del suo successore era certamente forte nella fede, ma non così viva nell’immaginazione, nella conoscenza personale, se non per i pellegrini che potevano averlo incontrato a Roma o in altri luoghi. Invece, lo hanno avuto nel loro Paese, lo hanno avuto nel cuore del loro Paese, lo hanno avuto per un tempo breve, ma in situazioni in cui ha potuto manifestare pienamente la sua spiritualità, il suo modo di parlare, di esprimersi, la sua gentilezza, la sua vicinanza alle singole persone che incontrava lungo la strada, anche nei piccoli momenti di incontro con i bambini, con i malati, con gli anziani. Ecco, quindi, che i messicani hanno conosciuto e incontrato il Papa Benedetto XVI.

D. – Lei parlava del proverbiale entusiasmo, dell’allegria di questo popolo: è un modo di vivere la fede, direi anche in modo profondo…

R. – Sì, il Papa si è appellato a queste radici profonde della fede dei messicani. Allo stesso tempo, come sempre, il Papa invita a non fermarsi sugli allori, ma anzi a rendersi conto anche dei problemi e delle difficoltà che la fede vive nel nostro tempo: che non sia fatta di puro sentimento, perché questo può essere uno dei rischi anche della fede in questi Paesi, in cui il cuore, il sentimento è molto vivo, ma non deve essere una dimensione esclusiva della religiosità.

D. – In questo senso, dal Messico parte un messaggio che non vuole essere solo indirizzato a questo popolo, ma a tutte le Americhe e forse anche oltre: una sorta quasi di ponte con la prossima tappa di questo 23.mo viaggio, che è Cuba…

R. – Sì, di per sé la presenza in Messico aveva proprio intenzionalmente un significato continentale, appellandosi anche al Bicentenario dell’indipendenza che questi Paesi festeggiano. Il viaggio a Cuba si pone anche in questo contesto, naturalmente, ma non ci si può però negare che la situazione di Cuba e la sua storia del secolo passato hanno una specificità, anche per l’esperienza, le difficoltà che la Chiesa vi ha passato quando il regime l’ha privata di tante delle sue attività in decenni passati. Diciamo che la Chiesa in Cuba si trova in una situazione di rinascita se vogliamo, di nuovo sviluppo e di nuovo contributo positivo a una società che anche si sente in una fase di transizione e che guarda al futuro, nonostante le difficoltà che vive. Quindi, direi che il viaggio a Cuba certamente si pone nel contesto latinoamericano più ampio per tanti aspetti e però ha delle sue innegabili specificità a cui il Papa certamente farà riferimento nei suoi discorsi e nella sua presenza.

D. – Se dovessimo portarci nel cuore una fotografia, un’immagine di questo viaggio, quale potrebbe essere?

R. – Io, onestamente, devo dire che a mio avviso l’Eucaristia nel Parco del Bicentenario è stata la più bella, anche come ambiente e come contesto, che io ricordi in questo momento del Pontificato di Benedetto XVI. Sarà difficile dimenticare questa celebrazione eucaristica, che poi è proprio un po’ come il culmine dell’incontro per una visione di fede, perché è nell’Eucaristia che ci si incontra e qui il Papa si è incontrato con il popolo messicano: nella fede, intorno alla tavola dell’Eucaristia e poi col Santuario e con la grande statua del Cristo Re, che si vedeva nello sfondo e che benediceva. Ecco, per me sarà difficile trovare un’altra immagine, anche se ce ne sono tante bellissime, come l’incontro con i bambini… Ma credo che questa rimarrà davvero un po’ il centro, il cuore, il culmine di questo viaggio in Messico. (mg)







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