Padre Lombardi: tra il Papa e la gente del Messico un incontro sereno, resteranno
gli inviti alla speranza
Sulla tappa messicana del viaggio apostiolico di Benedetto XVI, e sul proseguo della
visita a Cuba, l'inviato Giancarlo La Vella ha intervistato il direttore della
Sala Stampa Vaticana, e nostro direttore generale, padre Federico Lombardi:
R. - Certamente,
come centro del messaggio, in Messico, c’è stato un invito alla speranza per un popolo
che ha delle sue difficoltà e delle sue sofferenze per i motivi che ben conosciamo.
Quindi, le parole di incoraggiamento e di speranza del Papa sono quelle che resteranno
più profondamente nel cuore. Quello che, però, mi sembra anche un risultato molto
evidente di questo viaggio è l’incontro con il popolo messicano: è riuscito in profondità
e con grande gioia e serenità. Da parte del popolo messicano, direi che si è avuto
proprio quello che si attendeva e cioè anche la conoscenza personale del Papa Benedetto
XVI: per la gran parte dei messicani l’immagine del Papa rimaneva naturalmente collegata
a Giovanni Paolo II e quindi la figura del suo successore era certamente forte nella
fede, ma non così viva nell’immaginazione, nella conoscenza personale, se non per
i pellegrini che potevano averlo incontrato a Roma o in altri luoghi. Invece, lo hanno
avuto nel loro Paese, lo hanno avuto nel cuore del loro Paese, lo hanno avuto per
un tempo breve, ma in situazioni in cui ha potuto manifestare pienamente la sua spiritualità,
il suo modo di parlare, di esprimersi, la sua gentilezza, la sua vicinanza alle singole
persone che incontrava lungo la strada, anche nei piccoli momenti di incontro con
i bambini, con i malati, con gli anziani. Ecco, quindi, che i messicani hanno conosciuto
e incontrato il Papa Benedetto XVI.
D. – Lei parlava del proverbiale entusiasmo,
dell’allegria di questo popolo: è un modo di vivere la fede, direi anche in modo profondo…
R.
– Sì, il Papa si è appellato a queste radici profonde della fede dei messicani. Allo
stesso tempo, come sempre, il Papa invita a non fermarsi sugli allori, ma anzi a rendersi
conto anche dei problemi e delle difficoltà che la fede vive nel nostro tempo: che
non sia fatta di puro sentimento, perché questo può essere uno dei rischi anche della
fede in questi Paesi, in cui il cuore, il sentimento è molto vivo, ma non deve essere
una dimensione esclusiva della religiosità.
D. – In questo senso, dal Messico
parte un messaggio che non vuole essere solo indirizzato a questo popolo, ma a tutte
le Americhe e forse anche oltre: una sorta quasi di ponte con la prossima tappa di
questo 23.mo viaggio, che è Cuba…
R. – Sì, di per sé la presenza in Messico
aveva proprio intenzionalmente un significato continentale, appellandosi anche al
Bicentenario dell’indipendenza che questi Paesi festeggiano. Il viaggio a Cuba si
pone anche in questo contesto, naturalmente, ma non ci si può però negare che la situazione
di Cuba e la sua storia del secolo passato hanno una specificità, anche per l’esperienza,
le difficoltà che la Chiesa vi ha passato quando il regime l’ha privata di tante delle
sue attività in decenni passati. Diciamo che la Chiesa in Cuba si trova in una situazione
di rinascita se vogliamo, di nuovo sviluppo e di nuovo contributo positivo a una società
che anche si sente in una fase di transizione e che guarda al futuro, nonostante le
difficoltà che vive. Quindi, direi che il viaggio a Cuba certamente si pone nel contesto
latinoamericano più ampio per tanti aspetti e però ha delle sue innegabili specificità
a cui il Papa certamente farà riferimento nei suoi discorsi e nella sua presenza.
D.
– Se dovessimo portarci nel cuore una fotografia, un’immagine di questo viaggio, quale
potrebbe essere?
R. – Io, onestamente, devo dire che a mio avviso l’Eucaristia
nel Parco del Bicentenario è stata la più bella, anche come ambiente e come contesto,
che io ricordi in questo momento del Pontificato di Benedetto XVI. Sarà difficile
dimenticare questa celebrazione eucaristica, che poi è proprio un po’ come il culmine
dell’incontro per una visione di fede, perché è nell’Eucaristia che ci si incontra
e qui il Papa si è incontrato con il popolo messicano: nella fede, intorno alla tavola
dell’Eucaristia e poi col Santuario e con la grande statua del Cristo Re, che si vedeva
nello sfondo e che benediceva. Ecco, per me sarà difficile trovare un’altra immagine,
anche se ce ne sono tante bellissime, come l’incontro con i bambini… Ma credo che
questa rimarrà davvero un po’ il centro, il cuore, il culmine di questo viaggio in
Messico. (mg)