Il cardinale Bagnasco: equità e rigore contro la crisi, pensare ai giovani e al lavoro
“Nella realtà odierna nessuno può pensare di preservare automaticamente delle rendite
di posizione”. Nella prolusione del Consiglio episcopale permanente, che si è aperto
a Roma, il presidente della Cei, il cardinale Angelo Bagnasco, invita a non avere
paura del futuro. Dunque, in questo momento di passaggio per l’Italia, i vescovi chiedono
di tenere assieme “equità e rigore”. Alessandro Guarasci:
Il confronto
non può essere rimandato. Per il cardinale Bagnasco “bisogna sapersi misurare con
le mutazioni incalzanti che costringono ad un pensare nuovo”. Servono nuovi stili
di vita, ovvero: uscire dall’immobilismo, fare manutenzione del territorio, combattere
l’evasione fiscale, semplificare la pubblica amministrazione. Ma questo sia un periodo
anche di rinnovamento per i partiti, se vogliono “riassumere direttamente nelle loro
mani la guida del Paese”: non hanno alternativa. L’obiettivo deve essere ricreare
“opportunità di impiego”, rilanciare gli investimenti, dare più fiducia ai giovani,
perché “i padri, lottando, hanno ottenuto garanzie che oggi appaiono sproporzionate
rispetto alle disponibilità riconosciute ai loro figli”. Il cardinale Bagnasco mette
in luce come i giovani “nonostante la precarietà che sta segnando la loro giovinezza,
non possono rinunciare a costruirsi come persone stabili, interiormente solide, capaci
di idealità e dunque resistenti alle sfide”. E poi attenzione all’invidualismo. Dunque
sì alla tutela della famiglia fondata dall’unione tra uomo e donna, perche "prima
e più dei diritti veri o presunti degli adulti, ci sono - ricorda - i diritti dei
bambini: avere un padre e una madre certi, dunque una famiglia caratterizzata non
da confini precari e da tempi incerti". No invece all’aborto, all’eutanasia, al suicidio
assistito, al divorzio breve. E c’è chi vorrebbe addirittura proporre l’infanticidio,
definito dal cardinale “aberrante, mostruoso”. Preoccupa anche la tesi "apparsa pure
in sede scientifica internazionale", secondo la quale "la nutrizione e l'idratazione
dovrebbero essere sospese a tutti i pazienti in stato vegetativo permanente, salvo
che non ci sia l'evidenza di una volontà esplicita del soggetto gravemente ammalato".
Inoltre, difesa della domenica, quale giorno dedicato al Signore, giorno che non può
essere sacrificato “per ragioni economiche”, altrimenti il rischio è che la società
diventi “meno coesa e forse solamente più agiata”. Infine soddisfazione per la soluzione
trovata sulla questione del pagamento dell'Imu da parte della strutture commerciali
della Chiesa.