2012-03-24 07:41:59

Il commento di padre Bruno Secondin al Vangelo della Domenica


Nella quinta Domenica di Quaresima, la liturgia ci propone il Vangelo in cui alcuni greci, giunti a Gerusalemme per la Pasqua ebraica, chiedono ai discepoli di Gesù di poter incontrare il Maestro. Il Signore, interpellato da Andrea e Filippo, parla della sua morte:

“È venuta l’ora che il Figlio dell’uomo sia glorificato. In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto”.

Su questo brano del Vangelo, ascoltiamo il commento del padre carmelitano Bruno Secondin, docente di Teologia spirituale alla Pontificia Università Gregoriana:RealAudioMP3

Siamo nella terza Pasqua vissuta da Gesù nella vita pubblica, e questi greci pellegrini venuti per le feste e che vogliono conoscere Gesù rappresentano simbolicamente le culture e le genti che cercano un incontro con Colui che può salvare. Gesù parla di ora che giunge, di seme che muore, di molto frutto: incontrarlo davvero, e non per pura curiosità, è possibile solo a chi lo riconosce e lo accetta come seme che muore e germoglia, come crocifisso vittorioso, come umiliato che il Padre esalta. Poteva essere un momento di fama che si allargava, di gratificazione dopo tante fatiche: gente di fuori che lo cercava sull’onda della fama. Ma quella voce dal cielo, che per tanti è segno di prodigio e messaggio celestiale, rimanda piuttosto alla storia e ai campi della vita. Gesù seduce ancora, ma incontrarlo e seguirlo è accettare che la sua ora di fatica e umiliazione sia il sentiero e il paradigma anche per noi. La morte è un fantasma che incombe: ma Gesù l’affronta con piena coscienza e totale disponibilità. Con lui anche noi camminiamo fiduciosi che il principe di questo mondo sarà “buttato fuori” e la vita trionferà.







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