Messico. Il cardinale Barragán: il Papa messaggero dell'amore di Dio per l'America
Latina
Guanajuato, León e Silao sono le città messicane che da oggi vedranno la presenza
del Papa fino al pomeriggio, ora locale, di lunedì prossimo, quando Benedetto XVI
partirà alla volta di Cuba. Migliaia di persone stanno convergendo da tutto il Messico
verso queste due località, dove fervono gli ultimi preparativi e dove cresce l'attenzione
mediatica internazionale. Da León, il racconto del nostro inviato, Giancarlo La
Vella:
Cinquecentomila
pellegrini, duemila giornalisti di 500 testate di tutto il mondo, per stampa, radio,
televisioni e web. E ancora: 15 mila invitati speciali per la messa al Parco del Bicentenario
di domenica prossima, quattro unità sanitarie d’emergenza, con 10 ambulanze e 40 posti
letto ciascuna. Il tutto sotto il controllo di almeno tremila fra agenti della polizia
federale e militari. Questi i numeri del viaggio del Papa, che inizierà ufficialmente
tra alcune ore con il benvenuto delle autorità a Benedetto XVI. C’è già attesa per
le prime parole che il Santo Padre rivolgerà, a sua volta, allo Stato di Guanajuato
e a tutto il Messico, che per la sesta volta riceve la visita di un Papa. Dopo la
cerimonia di saluto, Benedetto XVI si trasferirà nel Collegio della Santissima Vergine
di Miraflores, un grande complesso scolastico gestito dalle Suore Serve della Santissima
Eucarestia e della Madre di Dio, che sarà la residenza pontificia durante la permanenza
del Santo Padre in Messico. E ieri, alla presenza delle autorità religiose e civili
del Paese, l’inaugurazione della sala stampa, punto di riferimento per i giornalisti
che seguiranno il viaggio. Un viaggio che avviene in Quaresima e si proietta verso
la Pasqua di Resurrezione: un aspetto, questo, fortemente emblematico per il Messico
di oggi. Sentiamo il nunzio apostolico nel Paese latino-americano, mons. Cristophe
Pierre:
“Io penso che la Quaresima dica molto al popolo messicano ed
è significativo che il Papa venga proprio alcuni giorni prima della Pasqua di Resurrezione.
Certamente il Papa ci aiuterà a sperimentare la presenza di Cristo. La celebrazione
principale sarà la Santa Messa, vicino alla Montagna del Cubilete, dove si incontra
Cristo, Cristo Re, Cristo che apre le sue braccia per accoglierci. Il Papa è un missionario
di Cristo, di Cristo Resuscitato, di Cristo che ci ama”.
E per quanti
vorranno seguire la visita del Papa sul web, già da diverse settimane è in funzione
il sito ufficiale della visita apostolica, www.benedictomexico.mx, promosso dalla
locale Conferenza episcopale. Oltre alla biografia del Papa, il sito presenta i dettagli
della visita papale corredati da foto dei luoghi, dall’itinerario, dal programma generale,
i discorsi e le celebrazioni. Proprio attraverso questo sito, è stato possibile raccogliere
l’adesione dei tanti giovani che prestano la loro opera di volontariato in questi
giorni.
Tra circa dieci ore, dunque – quando in Messico saranno le 16.30, le
23.30 in Italia – Benedetto XVI atterrerà all’aeroporto di León. Quella messicana
è una società che oggi si sta molto impegnando per risolvere gravi problemi sociali
e le ricadute della crisi economica globale. Il nostro inviato in Messico, Giancarlo
La Vella, ne ha parlato con il cardinale Javier Lozano Barragán, presidente
emerito del Pontificio Consiglio per la Pastorale della Salute, al seguito del Papa
in questa visita apostolica:
R. – Lo spirito
nella profondità e nell’unità è la fortezza che il Papa ci infonde, l’unità è nel
Signore. Ci dà poi la fortezza per andare sempre avanti. Questa è la funzione del
Papa.
D. – Il popolo messicano come vive valori importanti, ad esempio la difesa
della vita?
R. – Prima di tutto dobbiamo dire che lo scopo del Papa, andando
lì, si estende a tutta l’America Latina, non soltanto al popolo messicano, perché
lui va specificatamente per celebrare il bicentenario dell’indipendenza di tutti i
nostri popoli – 22 nazioni – e va per confermarci nella nostra identità e aprirci
verso il futuro. Certamente, poi, si basa sulla dignità della persona umana, anche
sulla difesa della vita, ma prima di tutto si basa su quello che il Signore Gesù è
per noi tutti: la radice della nostra unità e fortezza, della quale è rappresentante,
come successore di San Pietro, Benedetto XVI.
D. – Il Messico è un Paese con
alcuni problemi sociali, ma con una grande fede. Ecco, come si coniugano questi due
aspetti?
R. – Riguardo ai problemi sociali, non sono minori di quelli che hanno
in Europa con la crisi, ma sotto l’aspetto economico, la nostra crescita, nel 2011,
è stata del 2,5%, cosa che non è successa in nessun Paese in Europa. Parlare allora
dei problemi sociali come di un qualcosa di specifico del Messico è un errore. Quello
che abbiamo sono le mafie del narcotraffico di tutto il mondo, che si concentrano
adesso in Messico, avendo 3500 chilometri di frontiera con gli Stati Uniti: ci sono
20 milioni di consumatori di droga e i principali boss della droga di tutto il mondo
con i quali, disgraziatamente, prospera anche il traffico di armi. Questo è un problema
molto serio, come pure il riciclaggio di denaro che si fa negli Stati Uniti e il traffico
di persone. Tutto questo è contro la vita della persona umana, contro la stessa sovranità
nazionale e penso che, in occasione della visita del Papa, si debbano rivedere a fondo
questi nostri rapporti internazionali, per restare proprio sulla scia della vita.
D.
– Il Papa porterà sicuramente anche un messaggio d’amore...
R. – Sì, certamente.
Il Papa fa un viaggio pastorale, cioè un viaggio in nome del Signore Gesù, al di là
degli interessi economici o politici di qualsiasi nazione. Il Papa va per confermarci
nella fede del Signore, come un incontro con il Signore Gesù, che ci fa tutti fratelli
e perciò ci parla dell’amore effettivo, non soltanto fatto di parole, ma effettivo,
che abbraccia l’economia, la politica, la cultura: tutto, davvero tutto. (ap)
In
sintonia con le convinzioni del cardinale Barragan è la comunità cattolica del Messico,
che non nasconde la speranza che la presenza di Benedetto XVI porti a uno salto di
qualità nella sfera dei rapporti tra Chiesa e Stato. Lo conferma padre Jorge Raul
Villegas Chavez, portavoce dell'arcidiocesi di León, intervistato da Giancarlo
La Vella:
R. - Noi
auspichiamo che, una volta terminata la visita del Papa, rimanga la speranza. Siamo
un popolo che ha bisogno di speranza. Noi abbiamo diversi problemi legati allo sviluppo
del nostro Paese: ci sono molte difficoltà politiche, economiche e di carattere religioso.
Le difficoltà legate alla libertà religiosa sono tema difficile da affrontare. Speriamo
che dopo la visita del Papa, ci siano degli sviluppi positivi che portino a una maggiore
chiarezza nel rapporto tra governo e la Chiesa riguardo la libertà religiosa. Noi
abbiamo necessità di un’autentica libertà religiosa.
D. - Una visita questa
di Benedetto XVI che avviene in vista della Pasqua. Anche questo è un aspetto molto
simbolico: la resurrezione che il popolo messicano anela da tempo...
R. - E'
una visita che implica senso di dono da cui aspettiamo la resurrezione. Dopo la visita,
il Messico dovrebbe resuscitare. (bi)