La tutela della salute in carcere: lo screening mammografico per le detenute di Pozzuoli
Un mezzo mobile, attrezzato con apparecchiature ad alta definizione per lo screening
mammografico è entrato all’interno del carcere femminile di Pozzuoli permettendo a
tutte coloro che ne hanno fatto richiesta, di sottoporsi all’esame e di conoscere
in tempo reale il risultato del test. Un modo nuovo di gestire la tutela della salute
in carcere, in un progetto intitolato: “le donne di dentro”.
Dal
nostro inviato Salvatore Sabatino:
LE DONNE "DI DENTRO" - Dietro
quella porta c’è un mondo diverso; quello di oltre duecento donne che stanno scontando
la loro pena. Una pena che varia a seconda dei reati – come avviene in tutte le strutture
carcerarie – che le rende diverse l’una dall’altra, ma che le unisce sotto un unico
aspetto: non hanno più la libertà. Un carcere è sicuramente un carcere, sempre ed
ovunque; ma quello di Pozzuoli è particolare: per il luogo in cui sorge, di fronte
ad un panorama mozzafiato che accompagna lo sguardo fino a Procida ed Ischia; per
la struttura che lo accoglie, un vecchio convento di colore bianco, luminosissimo,
immerso nella natura più viva di una terra che vive il privilegio di essere vulcanica
e dunque particolarmente verdeggiante; per il personale che ci lavora, che ha impostato
la detenzione come vera rieducazione; ed ancora, per la dirigenza della casa circondariale,
che ha deciso di vedere le detenute come persone da tutelare, fino al punto da chiamarle
solo ed esclusivamente “ospiti”.
IL CAFFE' DELLE DETENUTE - Un’attenzione
alla persona, insomma, che prende la forma di mille attività ed iniziative: dall’organizzazione
di corsi didattici completi fino ad attività più leggere, corsi di pittura, di cucina,
di danza. Ed ancora iniziative di carattere economico e formativo che disegnano il
futuro professionale delle “donne di dentro”. Come la torrefazione che produce caffè
di altissima qualità; un caffè che le detenute trattano come la loro creatura più
preziosa, e che hanno voluto chiamare “Lazzarelle”. Perché loro sono delle lazzarelle;
delle ragazze un po’ vivaci – secondo la tradizione napoletana – che commettono errori
e creano danni, senza volerlo, forse. Quel caffè è il loro segno di speranza, per
uscire, come il treno che appare su ogni pacchetto, dal tunnel del loro presente senza
libertà. Certo anche qui c’è il problema del sovraffollamento: il carcere potrebbe
ospitare non più di 90 detenute, ma di fatto ne contiene oltre 200; anche qui non
manca nessun problema presente nelle strutture carcerarie del Paese. Quella che non
manca è però la voglia di fare, di organizzare, di aiutare chi ha sbagliato a riscrivere
la propria vita.
LA TUTELA DELLA SALUTE - E poi come non tutelare la
loro salute? Le “ospiti” mi dicono che fanno “tante visite: ginecologiche, dentistiche,
di medicina generale”. Una di loro, ridendo, parla di un paradosso: “sono più tutelata
qui….fuori non avrei mai avuto la possibilità di fare tutte queste visite”. E lo dice
ridendo, ma nascondendo un’amarezza di fondo, per una situazione di disagio che ha
accompagnato tutta la sua vita, le loro vite.
LO SCREENING MAMMOGRAFICO
- Oggi è un altro giorno qui a Pozzuoli; un giorno in cui si ha un’altra possibilità.
Quella di fare una visita al seno. Molte di loro non l’hanno mai fatta. E si vergognano
di questo, ma allo stesso tempo si prenotano con la speranza negli occhi. Non devono
andare in ospedale, e questa è un’altra novità; non ci deve essere il magistrato che
rilascia l’autorizzazione, la guardia che le accompagna, il blindo che le deve trasportare.
E’ la salute che entra nella loro casa; la salute che prende la forma di un camper……un
camper che è un vero e proprio presidio sanitario mobile, attrezzato per fare mammografie
e trasmettere via satellite tutti gli esami alla Asl più vicina; di qui lo screening
ed il secondo step: “l’esame mammografico viene refertato – ci spiega il dottor Alfonso
Ragozzino, direttore del reparto di Radiologia dell’Ospedale Santa Maria delle Grazie
di Pozzuoli – e se emerge una qualche anomalia, la detenuta viene trasportata in ospedale
e curata”. Un camper attrezzato con le alte tecnologie messe a punto da Telesal, il
progetto di telemedicina dell’Agenzia Spaziale Italiana, che ha voluto iniziare da
Pozzuoli la sua esperienza sul campo, promuovendo il concetto, tutto nuovo, di salute
sul territorio. Lo stesso che è stato accolto e promosso dall’Università Federico
II di Napoli, e che ha trovato l’immediata disponibilità della giovane direttrice
del carcere femminile di Pozzuoli, Stella Scialpi, che ci racconta di come è stato
accolto positivamente l’arrivo del camper e che ci tiene a sottolineare che “sono
state invitate allo screening anche le guardie cercerarie, perché anche loro, per
motivi differenti, sono donne di dentro”. Una bella storia, insomma, che arriva dalla
Campania “una regione che è fanalino di coda in molte classifiche – ci spiega l’assessore
alle Pari Opportunità del Comune di Napoli, Pina Tommasielli – ma che in fatto di
salute delle donne ha voluto fare un salto in avanti ed iniziare una vera e propria
rivoluzione culturale in fatto di prevenzione”. Una rivoluzione che parte da un carcere,
per dire in modo concreto che siamo davvero tutti uguali, almeno nella tutela della
salute.
IL SERVIZIO IN AUDIO (Ascolta) :
LE
INTERVISTE IN AUDIO:
Le detenute della Casa Circondariale
di Pozzuoli esprimono soddisfazione per aver effettuato la mammografia in carcere.
Molte di loro non si erano mai sottoposte al controllo senologico per mancanza di
possibilità economiche (Ascolta):
Stella
Scialpi, direttrice Casa Circondariale di Pozzuoli, racconta le attività
organizzate all'interno della struttura carceraria e non manca di sottolineare le
problematiche legate dal sovraffollamento. Su tutto, però, il concetto di detenzione
che si trasforma in "trattamento". (Ascolta)
Pina
Tommasielli, assessore alle Pari Opportunità del Comune di Napoli parla
delle problematiche di una regione che è fanalino di coda in molte classifiche, ma
che ha deciso di ripartire dal Carcere femminile di Pozzuoli per promuovere una vera
cultura della prevenzione (Ascolta)
Alfonso
Ragozzino, direttore Reparto di Radiologia, Ospedale Santa Maria delle
Grazie di Pozzuoli spiega l'importanza di questa iniziativa e auspica che possa
far sviluppare una vera cultura della prevenzione sul territorio: (Ascolta)