Convegno di Liberal: cristiani, ebrei e musulmani insieme per la libertà religiosa
“La religione delle libertà, contro le persecuzioni anticristiane e contro tutte le
violazioni dei diritti dell’uomo”. Questo il tema del convegno organizzato dalla Fondazione
Liberal, che si è svolto ieri pomeriggio a Roma. Un’occasione di confronto tra istituzioni
e grandi personalità del mondo cristiano, ebraico e musulmano, per promuovere il dialogo
interreligioso e condannare ogni discriminazione. Il servizio di Michele Raviart:
I cristiani
sono il gruppo più perseguitato nel mondo per la propria fede; l’antisemitismo è ancora
una piaga che affligge Europa e Medio Oriente; il mondo islamico lotta per scollarsi
di dosso le superficiali identificazioni con l’estremismo e il terrorismo. Questa
le realtà che devono affrontare oggi le tre grandi religioni monoteiste, in una fase
storica nella quale la libertà religiosa appare sempre meno solida. La libertà di
fede va garantita e tutelata per tutte le confessioni, ha spiegato il cardinale Giovanni
Battista Re, prefetto emerito della Congregazione dei vescovi, perché è la pietra
angolare dell’esistenza dell’individuo e riguarda il più alto dei rapporti possibile:
quello tra uomo e Dio. Un diritto prioritario tutelato dalle più importanti convenzioni
internazionali, ma che, per il porporato, rimane spesso lettera morta, come dimostrano
i 32 Paesi del mondo in cui i cristiani sono sistematicamente perseguitati. Tolleranza
e integrazione devono essere le linee guida delle istituzioni, che rimangono colpevolmente
impotenti davanti a tragedie come quella di Tolosa. Giulio Terzi di Sant’Agata,
ministro degli Esteri italiano:
“La strage di Tolosa è un orribile episodio
di un brutale antisemitismo mosso dalla follia. Una follia che, però, è generata dall’estremismo.
Credo che si dimostri, ancor più in un momento del genere, il bisogno di un impegno
molto forte per anticipare le sensibilizzazioni piuttosto che piangere sulle tragedie.
E’ un impegno che dev’essere tale a livello di formazione, di scuola, di attività
diplomatica, ma deve riguardare anche l’Unione Europea stessa e quello che possiamo
fare tutti noi nella vita di tutti i giorni per arrivare ad affermare la libertà della
religione, del pensiero, dei diritti umani e della dignità dell’uomo”
La
solidarietà tra istituzioni, popoli e autorità religiose è la chiave per combattere
il terrorismo ed evitare una pericolosa “caccia alle streghe”, ha affermato Abdellah
Redouane, del Centro culturale islamico, che ha poi ricordato come nel Corano sia
esplicitamente affermata la libertà per ogni confessione religiosa. La battaglia per
la coesistenza pacifica tra le fedi deve essere combattuta esclusivamente sul piano
culturale, valorizzando modelli positivi attraverso l’educazione e il dialogo interreligioso,
ha dichiarato Mino Bahbout, rabbino capo della comunità ebraica di Napoli.
“Penso
che si potrà veramente cambiare l’uomo soltanto nel momento in cui le tre religioni
monoteiste arriveranno seriamente a mettersi d’accordo nel combattere queste forme
di terrorismo. L’uomo non si cambia con i decreti. Bisogna educare la società partendo
dalla scuola e dalla famiglia. L’educazione è fondamentale: il più delle volte ci
soffermiamo soltanto nel mondo in cui deve reagire la società per eliminare queste
frange estremiste. Ed invece non basta: bisogna educare fin dalla fanciullezza”.
Il
peggior nemico della libertà e della democrazia è l’indifferenza, ha concluso il rabbino,
e la maggioranza non può e non deve rimanere in silenzio di fronte all’odio e al terrore.