Riforma sanitaria Usa: grande manifestazione in difesa della libertà religiosa
Negli Stati Uniti, è in programma oggi una grande manifestazione in oltre cento città
in difesa della libertà religiosa. L’evento, promosso da numerose organizzazioni pro-life,
ribadisce la contrarietà alle disposizioni contenute nella riforma sanitaria di Obama,
che limitano il diritto all’obiezione di coscienza in particolare nelle istituzioni
sanitarie cattoliche. All’evento intervengono, tra gli altri, 15 vescovi e la nipote
di Martin Luther King, Alveda. Sulle ragioni di questa mobilitazione in difesa della
libertà religiosa, Alessandro Gisotti ha intervistato il teologo Robert
Royal, presidente del “Faith and Reason Institute” di Washington:
R. - In America,
le Chiese giocano un ruolo molto importante nella politica. Già Tocqueville, nel suo
famoso studio sulla democrazia in America, ha affermato che “tra gli americani, le
Chiese sono le prime istituzioni politiche”. E’ per questo che c’è una certa sensibilità
sul tema. Quando il governo federale entra in questa materia e cerca di definire che
la Chiesa può essere esente da una legge, ma invece un’università cattolica, un ospedale
cattolico deve sottostare a regole che sono applicabili alle istituzioni laiche, molti
americani dicono: “Oggi la legge riguarda i cattolici, ma domani potrebbe forse riguardare
me, la mia Chiesa o il mio gruppo”. Noi siamo dunque molto sensibili a tali questioni,
a come il governo interviene nella vita privata.
D. - Ovviamente accanto al
tema delle libertà religiosa messa a rischio, c’è poi quello che viene definito “un
nuovo forte attacco alla vita”…
R. - Sì, perché è stata fatta una certa campagna
di presentazione riguardo a queste nuove regole come se fosse solo una questione legata
alla contraccezione. Ma ci sono certi farmaci che possono produrre un aborto e questi
farmacisono inclusi nella nuova riforma. C’è poi anche la questione della
sterilizzazione. Così il governo, pian piano, sta avanzando un nuovo tipo di definizione
della salute. Negli Stati Uniti, il governo federale non può pagare per un aborto,
né si può far pagare la gente per questa scelta. (bi)