Il nunzio in Siria, mons. Zenari: ci sono gli angeli del bene nell'inferno di Homs
Ancora violenze in Siria: secondo fonti tra gli attivisti sono morte in diverse zone
del Paese almeno 51 persone. I nuovi scontri seguono di poche ore l’approvazione di
una dichiarazione al Consiglio di sicurezza Onu, appoggiata anche dalla Russia, che
chiede la fine delle violenze. Un’iniziativa da appoggiare senza indugi. E’ quanto
sottolinea il nunzio apostolico in Siria, mons. Mario Zenari, raggiunto telefonicamente
a Damasco da Alessandro Gisotti:
R. – Va sostenuto
in pieno questo sforzo e deve aver successo, perché altrimenti l’orizzonte sarebbe
molto, molto incerto. Mi auguro, quindi, che tutte le parti possano mettere un “supplemento”
di buona volontà per far riuscire questa mediazione di Kofi Annan. Direi che ne abbiamo
bisogno, a cominciare dall’aspetto umanitario, perché siamo in contatto ogni giorno
– io lo dico sempre – con l’inferno, soprattutto nella zona di Homs, dove ci sono
combattimenti. Ma è anche una zona particolare: lì ci sono i cristiani, anche se in
parte hanno lasciato da tempo questo quartiere cristiano. Un buon numero di famiglie
è ancora presente e ogni giorno vive – direi – in questo inferno. Pensi che ieri uno
di questi preti mi ha chiamato e mi ha detto: “Ho una bella notizia da darle”. Gli
ho risposto: “Voglio sentirla subito, ma cosa sarà questa bellissima notizia?” e lui
mi ha detto: “Finalmente oggi abbiamo potuto seppellire un morto nei pressi della
cattedrale”. Era lì dal 26 febbraio…
D. – Nell’inferno di Homs, c’è una testimonianza
luminosa, quella dei preti a cui faceva riferimento e anche quella dei Padri gesuiti…
R.
– Sì, direi che all’inferno ci sono alcuni angeli. I Padri gesuiti – e anche qualche
altro padre cattolico, qualche padre anche ortodosso – sono una testimonianza di questi
angeli all’inferno. Speriamo che la situazione non si aggravi, perché spesso, quando
riesco a contattarli telefonicamente, in sottofondo si sentono i colpi di artiglieria,
si sentono i rumori delle mitragliatrici… E’ veramente una situazione molto, molto
critica e molto difficile, che potrebbe – ma speriamo di no – anche peggiorare. Questo
sarebbe un guaio, perché il conflitto sarebbe proprio nel cuore della città vecchia
di Homs, dove c’è anche il quartiere cristiano e dove abbiamo sette chiese cristiane.
Si spera che il piano presentato da Kofi Annan possa essere accolto con buona volontà.
Per questo preghiamo.
D. – Un importante incontro di preghiera di cristiani
e musulmani si è tenuto a San Cirillo, a Damasco. Lei chiaramente era tra i partecipanti…
R.
– E’ stato un bell’incontro di preghiera e ci voleva dopo lo scossone soprattutto
che c’è stato a Damasco con le bombe che sono esplose alcuni giorni fa: una di queste
bombe è esplosa proprio nelle vicinanze della chiesa di San Cirillo. C’è stata questa
preghiera ecumenica interreligiosa, presieduta dal Patriarca melchita Gregorio III
Laham. Erano presenti anche alcuni capi religiosi musulmani. Questa preghiera è stata
molto, molto dignitosa per le vittime di questo conflitto, per implorare la pace e
la riconciliazione. C’è stata poi una specie di processione e una fiaccolata sul luogo
dove è esplosa questa bomba. (mg)