2012-03-22 13:06:09

Giornata mondiale dell'acqua: 800 milioni di persone non hanno da bere


Sono circa 800 milioni le persone che non hanno accesso all’acqua potabile e un milione e mezzo di bambini muore ogni anno per problemi causati da questa privazione. A loro è dedicata la Giornata mondiale dell’acqua indetta per il 22 marzo dall’Onu. Molte le iniziative di sensibilizzaizone in programma, una delle quali ha visto il Forum italiano dei Movimenti occupare con una trentina di attivisti alcuni locali del Ministero dell'ambiente a Roma. Anche l'Amref ha attivato un sms solidale al numero 45508 per sostenere progetti idrici nell’Africa subsahariana. Proprio l'Africa è il continente endemicamente colpito da carenza d'acqua. Eliana Astorri ne ha parlato con Tommy Simmons, direttore Amref Italia:RealAudioMP3

R. – In Africa, più della metà della popolazione non ha accesso all’acqua pulita, né in maniera regolare né in maniera sostenibile, per cui quando ci sono situazioni di siccità periodiche, che per motivi climatici, per motivi che non sappiamo, si ripetono con sempre più frequenza e gravità, la situazione diventa veramente drammatica. L’anno scorso, nell’area dell’Africa orientale, circa 10 milioni di persone non avevano né acqua né cibo ed è stato necessario sostenerle. Bisogna affrontare questa situazione in modo strutturale, con degli investimenti a lungo termine. Noi, nel corso degli ultimi dieci anni, tra Kenya, Uganda e Tanzania abbiamo realizzato più di tremila pozzi, acquedotti, dighe per la raccolta dell’acqua e abbiamo raggiunto direttamente, a beneficio, una popolazione di circa due milioni di persone e questo lavoro ha lenito l’impatto di questa grave siccità dell’anno scorso. Il nostro obiettivo è di rafforzare questo nostro lavoro, portando acqua in maniera sostenibile ad una fascia ancor maggiore della popolazione, con la sua collaborazione, perché non è paracadutando l’acqua dal cielo con degli aiuti regalati, ma coinvolgendo le popolazioni, che si riesce a fare un lavoro sostenibile.

D. – Vogliamo ricordare quanta acqua sprechiamo in Occidente quotidianamente, per bere, per cucinare e lavarsi?

R. – In Europa, noi usiamo – mi pare – circa 200 litri di acqua, pagandola, tra l’altro, molto, molto meno di quanto non costi in Africa. Nei Paesi in via di sviluppo, questi 200 litri si trasformano in 10 litri quotidiani, assolutamente insufficienti per bere, per mangiare, per lavarsi, per avere un’igiene adeguata. E’ assolutamente necessario incrementare il numero di persone che hanno accesso all’acqua pulita: e bisogna garantire che sia pulita, altrimenti diventa veicolo di malattie, e bisogna anche incrementare la quantità di acqua accessibile a ciascuno.

D. – E pensare quanto invece spesso basti poco, economicamente, costruire un pozzo oppure un laghetto artificiale...

R. – Un pozzo di quelli che tradizionalmente si trovavano nelle nostre zone rurali, in Italia – un pozzo da cui si estrae l’acqua con un secchio, con una pompa a mano – costa tremila euro tra realizzazione e formazione dei comitati di gestione, perché anche la componente della formazione è importante, visto che i pozzi vanno mantenuti negli anni e non bisogna rifarli ogni anno: è un investimento a lungo termine. Ovviamente, i pozzi artesiani profondi possono costare molto di più e la realizzazione di una diga per la raccolta dell’acqua piovana può costare di più. Diventano però fonti che portano benefici a popolazioni molto più ampie, perché generano più acqua e possono servire sia per l’agricoltura che per il bestiame, per cui generano una crescita sociale. Investire, però, tremila euro per un’ampia comunità di diverse centinaia di persone rappresenta un rapporto costi/benefici veramente ottimo e con un investimento di questo genere si può trasformare in modo positivo la vita di tantissime persone, in maniera permanente.

D. – Rinnoviamo, dunque, l’invito ad inviare un sms al numero 45508 fino al 30 marzo, per sostenere Amref e i progetti idrici in Kenya...

R. – C’è la possibilità di inviare un sms, che equivale – come la telefonata dal telefono fisso – a due euro. I grandi numeri ci aiutano a fare tantissimo, per cui l’invito a mandarne tanti è forte, perché è un investimento veramente positivo ed utile. (ap)







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