2012-03-21 12:00:30

Fervono i preparativi in Messico e a Cuba per l’imminente arrivo del Papa. Domani inizia il 23° viaggio apostolico di Benedetto XVI


Tutto pronto in Messico e a Cuba per l’imminente arrivo di Benedetto XVI. Domani il Papa partirà alla volta del Paese latino americano, prima tappa del suo 23° viaggio apostolico, toccando le città di Leon e Guanajuato. In questi due centri, mai visitati nelle cinque precedenti visite in Messico di Giovanni Paolo II, ferve l’attesa per l’abbraccio con il Santo Padre. Il servizio del nostro inviato a Leon, Giancarlo La Vella: RealAudioMP3

In Messico, dunque, è grande fermento per gli ultmi preparativi in vista dell'arrivo del Pontefice. Il nostro inviato a Leon, Giancarlo La Vella, ha chiesto a mons. Carlos Aguiar Retes, presidente della Conferenza Episcopale del Messico e presidente del Celam – la Conferenza dei vescovi dei Paesi latino-americani – quali aspettative nutra la comunità messicana per la visita del Papa:RealAudioMP3

R. – Es una expectativa de grande esperanza…
E’ un’aspettativa di grande speranza. La comunità messicana, e in particolare la comunità cattolica del Paese, sta mettendo nella preparazione di questa visita la parte migliore di se stessa. Le diocesi, con le 91 circoscrizioni ecclesiali esistenti, stanno realizzando un lavoro di base nelle parrocchie, affinché tutti, compresi i milioni di cattolici che non potranno essere fisicamente presenti in Guanajuato, possano ugualmente seguire tutti gli eventi, che saranno comunque trasmessi in diretta televisiva e seguiti dai media messicani. Il desiderio è che tutti possano sentire la vicinanza con il Santo Padre: che possano vivere ciò che vivranno le 300 mila persone presumibilmente presenti alla celebrazione dell’Eucaristia e possano percepire la stessa grande emozione nell'ascoltare la parola di grande respiro, che attendiamo dal Santo Padre.

D. – Che cosa aspettate dalle parole del Santo Padre?

R. – En primer lugar, para nosotros ya es una grande alegría la sola presencia…
Prima di tutto, per noi è già una grande gioia la presenza in sé del Papa, perché lui ci porta un messaggio grande di comunione: il desiderio di condividere con noi la situazione che viviamo. In particolare, però, speriamo che la sua parola – che si è sempre caratterizzata per una grande profondità ed è sempre molto adeguata ai momenti e ai contesti differenti di vita, sulla base della Parola di Dio e del Magistero della Chiesa – ci aiuti e ci incoraggi a mantenere sempre alto il nostro entusiasmo, affinché il lavoro ecclesiale iniziato con la Missione continentale sia condotto sempre in prospettiva e a sostegno dei problemi che viviamo nel nostro Paese.

D. – In Messico è ancora viva l’emozione per i cinque viaggi effettuati dal predecessore di Benedetto XVI, il Beato Giovanni Paolo II. Che ricordo ha di quelle visite?

R. – El Santo Padre Juan Pablo II, primer Papa que visitó nuestro País…
Il Santo Padre Giovanni Paolo II, il primo Papa che ha visitato il nostro Paese, ha sentito immediatamente, sin dal suo primo viaggio, la grande emozione nel vedere quanto la figura del Successore di Pietro sia amata in Messico. Anche ai tempi dei Papi precedenti, come Paolo VI, Giovanni XXIII, Pio XII, Pio XI, quando il Messico viveva gravi difficoltà dovute al conflitto religioso, la figura del Pontefice è stata sempre un elemento importantissimo nella vita ecclesiale del Paese. Per questo, con Giovanni Paolo II scattò rapidamente una grande empatia, una grande relazione con colui che rappresenta la Chiesa di Cristo. Questo affetto, che si è manifestano apertamente con Karol Wojtyla, sarà senza alcun dubbio espresso anche nei confronti di Benedetto XVI: questo perché è un sentimento che riguarda la figura del Papa in sé, la figura stessa dell’istituzione del ministero pontificio. L’identità personale, poi, arricchisce e alimenta la conoscenza storica dei diversi Pontefice che si sono avvicendati nell’arco del XX e del XXI secolo nella conduzione della Chiesa, nel cammino che il Padre Nostro vuole indicarci. Tutto questo il popolo messicano lo sente molto e noi pastori possiamo verificarlo nei colloqui, nei momenti di incontro con le comunità ecclesiali… E’ molto forte l’emozione, via via che si avvicina il momento dell’incontro con il Santo Padre Benedetto XVI.

D. – Questa è un’epoca difficile un po’ in tutto il mondo, sia a livello economico che sociale e politico. Che Paese è oggi il Messico che accoglierà Benedetto XVI?

R. – Un país, como lo ha dicho usted, en medio de problemas…
Un Paese, come lei stesso ha detto, che si trova a vivere problemi che mai aveva vissuto; che si trova ad affrontare situazioni particolarmente complesse, che non vedono una soluzione immediata. Ma noi sappiamo, proprio grazie alla nostra fede, che in questa situazione si cresce e si matura come discepoli di Cristo. Questa è la fiducia che ha la Chiesa cattolica messicana, la quale affronta ogni evento con speranza. Per questo confidiamo e speriamo, con tutti noi stessi, che la presenza del Santo Padre ci infonda un grande entusiasmo e una grande gioia, nonostante tutte le nostre difficoltà che stiamo vivendo.

D. – Lei è anche il presidente del Celam, la Conferenza episcopale dei Paesi latinoamericani: questo viaggio del Papa in Messico e Cuba è un evento per l’intera comunità latinoamericana?

R. – Sì. Efectivamente el viaje del Papa a México y Cuba no es solamente…
Sì ed effettivamente il viaggio del Papa in Messico e a Cuba non è solamente una visita a questi due Paesi, ma sarà simbolicamente, attraverso loro, un abbraccio a tutti i Paesi dell’America Latina e del Caribe. La realtà che vive Cuba e la realtà che vive il Messico sono due espressioni ben distinte tra loro, ma tuttavia rappresentano le diverse situazioni della maggior parte dei Paesi dell’America Latina. Il Papa stesso ha chiesto che venissero invitati – e questo lo abbiamo fatto come Celam – i rappresentanti delle Conferenze episcopali del continente e del Caribe: in Messico saranno presenti praticamente tutte le Conferenze episcopali americane, dal Canada all’Argentina, mentre a Cuba vi sarà la maggior parte delle Conferenze episcopali del Caribe. In questo modo, la visita diventa un incontro che si prolunga, che si amplia. Sicuramente, molto di quanto ci dirà il Santo Padre ci sarà di aiuto e ci permetterà di orientarci nella situazione che vive ciascun Paese.

D. – Un’ultima domanda: quali parole pensa di rivolgere al Papa quando lo incontrerà?

R. – Yo considero que es muy importante que le diga…
Io credo che sia molto importante poter illustrare al Santo Padre qual è il lavoro che abbiamo fatto da Aparecida ad oggi, cioè da quello che è stato il nostro ultimo incontro, a livello di America Latina, con il Santo Padre, in occasione delle celebrazione della V Conferenza generale di Aparecida, in Brasile. Sono passati cinque anni e la Chiesa è in cammino: la Chiesa in tutti i Paesi – insieme con le Conferenze episcopali e con il riconoscimento del Celam – è in cammino e sta seguendo un itinerario in linea e in risposta alla missione continentale, che è stata proclamata ad Aparecida. Credo che questo sarà al centro del mio saluto e delle parole che rivolgerò al Santo Padre quando ci incontreremo nella Cattedrale di Leon, insieme con i vescovi del Messico e con ii rappresentanti di tutta l’America Latina. (mg)







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