Visita apostolica in Irlanda: rinnovare l’impegno contro la piaga degli abusi
I vescovi e i superiori religiosi d’Irlanda sono chiamati ad un rinnovato impegno
per sradicare la piaga degli abusi su minori: è quanto sottolinea il documento vaticano
pubblicato oggi al termine della visita apostolica in Irlanda che ha riguardato diocesi,
istituti religiosi e seminari. La Santa Sede rinnova “il senso di sgomento” espresso
dal Papa nella Lettera ai cattolici irlandesi, del 2010, e ribadisce la vicinanza
più volte manifestata “alle persone vittime di tali atti peccaminosi e criminali”.
La Sintesi dei risultati è stata pubblicata in Vaticano e contemporaneamente a Maynooth,
vicino Dublino, dove si è tenuta una conferenza stampa dei vescovi irlandesi. Il servizio
di Alessandro Gisotti:
La visita apostolica,
evidenzia il documento, ha attestato “la gravità delle mancanze che hanno dato luogo”,
in passato, ad una “non sufficiente comprensione e reazione” anche da parte di vescovi
e superiori religiosi “al terribile fenomeno dell’abuso sui minori”. Al contempo,
si legge, a partire dagli anni ’90, “sono stati compiuti passi in avanti decisivi
che hanno portato ad una maggiore consapevolezza del problema e a profondi cambiamenti
nel modo di affrontarlo”. Si raccomanda dunque a presuli e superiori di continuare
nell’impegno di “accoglienza e assistenza alle vittime di abusi”. Viene inoltre annunciato
che la Santa Sede e l’episcopato irlandese “hanno già iniziato una riflessione comune”
sull’attuale configurazione delle diocesi, in visita di “rendere le strutture diocesane
meglio idonee a rispondere all’odierna missione della Chiesa in Irlanda”.
Le
Linee guida per la protezione dei minori, enunciate nel 2008, viene poi osservato,
“si sono rivelate uno strumento efficace per gestire le denunce di abuso e per accrescere
la sensibilità dell’intera comunità in materia di tutela dei minori”. Si rammenta
che esse prevedono, in particolare, “una stretta collaborazione con le autorità civili
nella tempestiva segnalazione delle accuse” e il “costante rimando alla Congregazione
per la Dottrina della Fede, per ciò che è di sua competenza”. Si annuncia inoltre
che verranno “ulteriormente aggiornate” in base alle indicazioni della Congregazione
per la Dottrina della Fede. Si aggiunge quindi la particolare utilità della verifica
attuata dal “National Board for Safeguarding Children” in applicazione delle Linee
guida. E si raccomanda che tale processo di verifica “venga a coprire il più rapidamente
possibile” tutte le diocesi e gli istituti religiosi. Il documento esorta dunque i
vescovi a “sviluppare una normativa per trattare i casi di sacerdoti o religiosi verso
cui siano state avanzate accuse” anche se il Pubblico ministero “ha deciso di non
procedere”. Al contempo, si dovranno stabilire “norme per facilitare il ritorno nel
ministero dei sacerdoti falsamente accusati” di abusi su minori.
La Visita
ai seminari, prosegue il testo, ha potuto apprezzare l’impegno umano e spirituale
dei formatori e la presenza di “chiare norme di tutela dei minori”. Per migliorare
la qualità della formazione, viene raccomandato di far sì che essa “sia ispirata ad
un’autentica identità sacerdotale”, che si rafforzi “la responsabilità dei vescovi
nella gestione dei seminari”. E ancora che si introducano “criteri di ammissione più
coerenti”, che i seminaristi risiedano in “edifici loro riservati” e che sia infine
incluso nel loro percorso anche “una profonda formazione nelle materie di tutela dei
minori”. Si invitano, infine, tutti gli Istituti religiosi “a predisporre un programma
triennale di approfondimento del carisma” e a “sviluppare un’apertura pastorale verso
coloro che soffrono le conseguenze degli abusi”.
Il documento si sofferma poi
sulle ferite che le dolorose vicende hanno aperto negli ultimi anni “nella comunità
cattolica”. Emergono, però, anche segni di speranza come il “vasto coinvolgimento
di sacerdoti religiosi e laici nel dare vita alle strutture di tutela dei minori”.
E viene rivolto un appello “alla comunione ecclesiale”: tra i vescovi e il Papa, tra
i vescovi e i sacerdoti, tra pastori e laici. Si indicano infine alcune priorità pastorali
che “potranno guidare il rinnovamento: formazione nei contenuti della fede, valorizzazione
dell’impegno dei laici, ruolo degli insegnanti di religione, apertura al contributo
dei movimenti” e fedeltà al Magistero.
Dal canto suo, durante una conferenza
stampa, il cardinale Seán Brady, ha affermato che la comunità cattolica irlandese
è grata al Papa per questa visita apostolica di natura pastorale. Un’iniziativa, ha
detto, che assiste la Chiesa irlandese nel suo cammino di rinnovamento. Il presidente
della Conferenza episcopale d’Irlanda ha ribadito il grande senso di “dolore e vergogna”
dei presuli ed ha assicurato il massimo impegno per “rispondere adeguatamente alla
situazione causata dai tragici casi di abusi su minori perpetrati da parte di sacerdoti
e religiosi”.