2012-03-20 17:28:45

Nuove Stelle. A Roma debuttano gli allievi della Scuola di ballo dell'Accademia Teatro alla Scala


Debutto ieri sera a Roma dei giovani talenti della Scuola di Ballo dell’Accademia Teatro alla Scala. Fino al 25 marzo si esibiranno al Teatro Olimpico con "Nuove Stelle", un programma che attraversa la storia del balletto dall’Ottocento ai giorni nostri. E per la prima volta a Roma è stata presentata l’attività didattica dell’Accademia. I docenti hanno illustrato le possibilità di formazione professionale e di lavoro offerte dall’industria dello spettacolo e del teatro musicale. L’Accademia è nata 11 anni fa e ogni anno, dopo una selezione, allievi fra i 6 e i 30 anni provenienti da tutto il mondo studiano per sviluppare conoscenze nel mondo artistico, tecnico e manageriale. Luisa Vinci è la direttrice e Francesca Sabatinelli l’ha intervistata.RealAudioMP3

R. – Cosa abbiamo di particolare rispetto alle altre scuole? Il concetto del “learning by doing”, cioè imparare facendo, perché abbiamo la fortuna di avere uno spazio, come gli ex laboratori Ansaldo a La Scala, dove vengono progettate e costruite le scenografie sia dei balletti, sia dei teatri. E’ il concetto della bottega rinascimentale, dove il rapporto tra discepolo e maestro è molto stretto. Nel reparto falegnameria – così come nel reparto attrezzeria o in quello di scenografia – i nostri ragazzi scenografi aiutano i loro maestri - gli scenografi del teatro – nel costruire, nel fare le scenografie.

D. – C’è anche la sezione dedicata al trucco…

R. – Certamente. Abbiamo un corso di trucchi speciali e di “trucco e parrucco” che si occupa di studiare la storia del costume, quindi la storia dello spettacolo, dal rinascimento fino ai giorni nostri. Si impara la tecnica della costruzione delle parrucche, insieme alla tecnica del trucco.

D. – Tutti mestieri che sono legati allo spettacolo…

R. – Sì. Oserei dire che copriamo a 360° tutti i mestieri eccetto il corso di regia e il corso di direzione d’orchestra.

D. – Il successo di questa scuola lo verificate, poi, quando le persone escono. Che riscontro avete avuto nel tempo?

R. – Il riscontro, naturalmente, deve essere numerico. Per poter accompagnare questi ragazzi anche nel mondo del lavoro, cerchiamo di creare loro situazioni di tirocinio che, fino ad ora, sono sfociate poi in posti di lavoro a tempo determinato, con contratto a progetto e con tutte le varie forme di contratto. E’ ovvio che attivando più di 350 tirocini all’anno, ormai si sia creata una rete di convenzioni con i teatri, con i Festival italiani e stranieri. Anche l’indotto dei teatri fa sì che, laddove si liberi un posto di lavoro, ci sia velocemente la possibilità per il ragazzo di potersi riciclare: o perché magari ha fatto lì un tirocinio, oppure perché l’istituzione stessa ci telefona chiedendoci studenti. Ci chiamano da Salisburgo, da Spoleto, attiviamo molti stage con l’Opera di Parigi, con la English National Opera, con il Teatro Real di Madrid, con gli Istituti italiani di cultura nel mondo…

D. – I corsi variano in durata a seconda di quello che si sceglie. Se non si è in grado di affrontare la spesa, c’è la possibilità di accedere a borse di studio, ad aiuti economici?

R. – La nostra non è una scuola di censo, deve essere una scuola di merito. Mediamente, i nostri corsi costano due terzi in meno dei corsi erogati da altre istituzioni private, ma ci sono anche ragazzi, famiglie, che non hanno la possibilità di poter pagare la retta d’iscrizione. Quindi, ogni corso ha una borsa di studio che va a coprire la retta, tranne il master in management dello spettacolo che facciamo con la Bocconi. Abbiamo comunque anche dei corsi gratuiti, per esempio l’accademia di canto, anzi anche qui, grazie alla Fondazione “Milano per la Scala” e al Ministero degli Esteri, diamo borse di studio mensili. A parte i minori, chiunque da noi svolga un’attività all’esterno è pagato, certo, non come un professionista ma è pagato. Sia che faccia l’opera, il concerto o la scenografia o il vestito: una volta che c’è una produzione, e questa produzione ha un costo, i ragazzi vengono pagati. (gf)







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