Il governo stringe sulla riforma del mercato del lavori. Cambiano i licenziamenti
E’ entrato nella fase conclusiva il negoziato sulla riforma del mercato del lavoro.
Nel pomeriggio il nuovo, atteso vertice a Palazzo Chigi tra Governo e parti sociali,
presente il premier Mario Monti. Incontri informali ci sono stati nella tarda serata
di ieri e in mattinata. Le maggiori distanze restano sull’articolo 18. Servizio di
Giampiero Guadagni Riunione conclusiva,
o quasi. E’ l’auspicio formulato dal premier Monti, che conferma la volontà dell’Esecutivo
di chiudere in settimana la partita lavoro. Nell’incontro di oggi sarà redatto un
verbale sulle posizioni di accordo o disaccordo che costituirà la base di proposta
che il Governo presenterà successivamente al Parlamento, che, sottolinea Monti, rimane
l'interlocutore principale. Il minsitro Elsa Fornero ha comunque aggiunto che ”il
dialogo con le parti sociali non finisce oggi, ma continua per la scrittura delle
norme”. Il nodo più intricato resta quello dell’articolo 18. La Cgil appare irremobibile
nel dire no a modifiche perché, spiega il sindacato di Susanna Camusso, il vero obiettivo
del governo non è un accordo positivo ma i licenziamenti facili. Ma in campo c’è una
proposta, ultimo punto di mediazione, che prevede il reintegro garantito per i licenziamenti
discriminatori, reintegro esteso a tutte le aziende. Ci sarà invece l’indennizzo per
i licenziamenti individuali per ragioni economiche; e l’elencazione delle causali
per i licenziamenti disciplinari con il giudice del lavoro che dovrà decidere tra
reintegro e indennizzo. Saranno posti vincoli stringenti sui contratti intermittenti
e su quelli a progetto. Dopo 36 mesi di contratto a tempo determinato scatterà l’assunzione
a tempo indeterminato. Rafforzato l’apprendistato come contratto principale di ingresso
nel mercato del lavoro. Quanto al nuovo sistema di ammortizzatori sociali (che si
chiamerà Assicurazione sociale per l’impiego), entrerà a regime nel 2017.