2012-03-20 16:39:30

Chiude a Roma il Centro di aiuto alle vittime della tortura


Dopo otto anni di attività e più di mille vittime di tortura visitate e curate, dopo riconoscimenti e successi chiude, senza preavviso, per problemi meramente burocratici, il Centro per il trattamento delle patologie post-traumatiche e da stress dell’Ospedale San Giovanni-Addolorata di Roma. Luca Attanasio ha raccolto il grido d’allarme del direttore del centro, il dott. Massimo Germani, e di Mohamed, un rifugiato afghano scampato alle torture dal suo Paese:RealAudioMP3

D. – Dottor Massimo Germani, lei per anni ha diretto il Centro per il trattamento delle vittime di tortura del San Giovanni-Addolorata…

R. – Il Centro nasce nel 2004 per dare una risposta specialistica a un gran numero di persone richiedenti asilo, rifugiati provenienti da vari Paesi del mondo, che avevano vissuto esperienze di torture, violenze, abusi. Uomini e donne che, arrivati nel nostro Paese, non solo vivevano il dramma dell’esilio, ma portavano nel corpo – e molto più spesso nell’anima – i segni delle violenze subite, con conseguenze patologiche molto gravi che impedivano un cammino, un percorso verso un’integrazione, una risposta del sistema sanitario pubblico, fino a quel momento mai esistita in Italia. In questi otto anni, sono passati oltre mille sopravvissuti a torture e violenze.

D. – Un Centro che rappresenta l’eccellenza e che improvvisamente ha ricevuto un avviso di chiusura…

R. – Una cosa inspiegabile. In questi ultimi due anni, proprio con l’emergenza Africa abbiamo raddoppiato le prestazioni. Nel 2011, abbiamo avuto oltre 1300 prestazioni e circa 280 nuovi pazienti. La direzione generale del mio ospedale ha detto che, venendo meno la convenzione col Ministero dell’interno, tutta la struttura doveva chiudere. L’esecuzione della delibera è stata fatta in modo improvviso e non è stato dato il tempo di finire le terapie in corso, di avviare i pazienti verso altri centri e quindi i pazienti in carico – che in questo momento sono più di 200, spesso con gravi patologie di vario tipo – hanno trovato semplicemente la porta chiusa.

D. – Mohamed, da quanto tempo sei in Italia e perché sei fuggito dall’Afghanistan?

R. – Sono in Italia da quattro anni. Si viene da una zona di guerra per rifugiarsi in un Paese dove si vive più tranquilli. Quando sono arrivato a Roma avevo difficoltà a causa delle torture subite e ho potuto parlare con un medico dello stress che avevo e piano, piano, mi sono recuperato. Purtroppo, ultimamente sono andato allo studio e l’ho trovato chiuso.







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