Lettera aperta all’Onu: interventi mirati per i diritti dei bambini di strada
Esperti di tutto il mondo sollecitano l’Onu a porre la dovuta attenzione “al tema
dei diritti economici, sociali e culturali” dei bambini di strada. In una Lettera
aperta – inviata all’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, Navanethem
Pillay – 74 studiosi ed esponenti della società civile propongono un diverso approccio
alla materia. La missiva è stata redatta a margine dell'Assemblea Onu sui diritti
umani, in corso a Ginevra dal 27 febbraio al 23 marzo. In questo ambito, è stato infatti
presentato il “Rapporto mondiale sui bambini/e che lavorano e vivono in strada”. I
firmatari – coordinati da Cristiano Morsolin per l’America Latina e da Antonella Invernizzi
e Brian Milne per Europa, l’Africa e l’Asia – esprimono preoccupazione rispetto i
contenuti dello studio e suggeriscono di adottare “un campione più ampio e meglio
strutturato”, per adottare “politiche valide ed efficaci così come azioni per promuovere
i diritti dei bambini” di strada. Gli esperti lamentano che lo studio dell’Onu analizzi
solo gli anni dal 2000 al 2010, tralasciando la produzione accademica precedente e
proponendo un approccio “schiacciato dalla prospettiva protezionista e/o assistenzialista”,
invece che poggiare su “una visione inclusiva”. Tra i firmatari della Lettera, il
rettore dell’Università Politecnica Salesiana dell’Ecuador, don Javier Herran, e il
prof. Rene Unda, coordinatore del Master sull’infanzia nello stesso Ateneo, dove insegna
anche Cristiano Morsolin. All’inizativa ha aderito in Italia il Coordinamento di associazioni
di Solidarietà e Cooperazione Internazionale. “L'eliminazione di questo fenomeno –
dichiara il presidente del Cipsi Guido Barbera – è una sfida enorme”, “che richiede
interventi a 360 gradi, di socializzazione, aiuti economici alle famiglie, educazione
primaria gratuita ecc.”. “Esistono – spiega Barbera – tanti punti di vista” sulla
vita dei bambini di strada. Dunque, “non ci devono essere barriere teoriche e concettuali
per la costruzione di un quadro flessibile di riferimento'', dove esperti del mondo
universitario, delle associazioni specializzate della società civile e delle agenzie
Onu possano lavorare insieme. Per questo “i firmatari della lettera – conclude Barbera
– ritengono necessario andare avanti in questa direzione''. (A cura di Roberta
Gisotti)