2012-03-18 09:29:35

Giovani e lavoro: l’impegno del gesuita Valletti per far rinascere Scampia


Un’esperienza di sviluppo di un territorio, come quello di Scampia, a Napoli, puntando sull’integrazione e l’inserimento lavorativo per i giovani e le persone svantaggiate. Questo il principio su cui si fonda la “Cooperativa Sociale La Roccia”, nata nel 2005 dopo alcuni corsi di formazione in grafica, elettricità e sartoria, organizzati nel quartiere della periferia partenopea. Oggi la Cooperativa offre lavoro a 12 persone soprattutto in un laboratorio di sartoria. Salvatore Sabatino ha intervistato il padre gesuita Fabrizio Valletti, responsabile del progetto:RealAudioMP3

R. - Il problema è che a Napoli non c’è lavoro, e a Scampia in particolare c’è il deserto. Allora sembrava opportuno che, oltre a preoccuparci della formazione, si potesse sperimentare pure qualche cosa che riguardasse proprio l’attività lavorativa: per i giovani in genere, e poi anche per le donne che sono molto svantaggiate nel nostro ambiente, per ragioni sia di famiglia sia proprio di opportunità lavorative. E allora, questa cooperativa sociale vuole sperimentare il fatto che a Scampia si può lavorare, e si può lavorare regolarmente, superando tutte le barriere del lavoro nero e cercare di mettere anche un po’ di creatività nel lavoro di queste ragazze.

D. - Queste ragazze, padre Valletti, sono impegnate fondamentalmente in una sartoria. Che cosa si produce?

R. - Va anzitutto detto che a Napoli noi non riusciamo ad avere commercializzazione, per cui ci facciamo aiutare da un gruppo di persone di fuori Napoli che hanno visto nel settore delle borse di stoffa un’opportunità di vendita; poi, anche camici, qualche vestito, utensili per la cucina, tovaglie …

D. - Leggendo un po’ di materiale sulla cooperativa “La roccia”, ci si trova di fronte ad uno slogan, che credo sia alla base della vostra attività: “Essere soci, lavoratori, volontari significa vivere lo spirito della cooperazione nel condividere le responsabilità e dimostrare al territorio che si può lavorare onestamente”, un messaggio importante…..

R. – E’ il nostro principio, anche se bisogna sottolineare che non è facile, perché c’è poca cultura del lavoro. Molte persone rimpiangono sempre la possibilità di arrangiarsi, di fare il lavoro nero. Però, stiamo puntando anche ad un altro laboratorio che entrerà nella cooperativa, che è quello dei ragazzi che lavorano come cartotecnica-legatoria del libro e restauro del libro. E ora anche loro stanno allargando il loro raggio d’azione, anche loro non a Napoli … Però, la speranza è di poter pure “sfondare” in qualche modo qui, sul territorio. La cosa importante è che si dà lavoro a più di 12 persone, che nel nostro ambiente è un piccolo tesoro.

D. - Un piccolo tesoro che va ad agire - lo ricordiamo - su un territorio, su un tessuto sociale molto particolare: stiamo parlando di Scampia. Questo, però, è un segno concreto di speranza …

R. - Si vuole dare questa luce, perché altri possano continuare ad impegnarsi e, soprattutto, affinché ci siano investimenti proprio sul piano della produzione.

D. - Di fatto, questa cooperativa offre un’esperienza di crescita nei valori della cultura, del lavoro, della legalità ma anche della cristianità, immagino …

R. - L’origine dell’iniziativa è tutta legata al desiderio, che abbiamo come gesuiti, di fare un’esperienza di inserimento nel quartiere, di promozione spirituale, culturale e sociale. E’ un po’ il sogno che padre Arrupe ci ha messo nel cuore, e questo credo che sia abbastanza importante da sottolineare e anche da perseguire; si tratta di un piccolo modello di evangelizzazione, che non sia solamente cultuale o celebrativo, ma anche con una ricaduta sul piano della promozione culturale e sociale. (gf)







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