Giovani e lavoro: l’impegno del gesuita Valletti per far rinascere Scampia
Un’esperienza di sviluppo di un territorio, come quello di Scampia, a Napoli, puntando
sull’integrazione e l’inserimento lavorativo per i giovani e le persone svantaggiate.
Questo il principio su cui si fonda la “Cooperativa Sociale La Roccia”, nata nel 2005
dopo alcuni corsi di formazione in grafica, elettricità e sartoria, organizzati nel
quartiere della periferia partenopea. Oggi la Cooperativa offre lavoro a 12 persone
soprattutto in un laboratorio di sartoria. Salvatore Sabatino ha intervistato
il padre gesuita Fabrizio Valletti, responsabile del progetto:
R. - Il problema
è che a Napoli non c’è lavoro, e a Scampia in particolare c’è il deserto. Allora sembrava
opportuno che, oltre a preoccuparci della formazione, si potesse sperimentare pure
qualche cosa che riguardasse proprio l’attività lavorativa: per i giovani in genere,
e poi anche per le donne che sono molto svantaggiate nel nostro ambiente, per ragioni
sia di famiglia sia proprio di opportunità lavorative. E allora, questa cooperativa
sociale vuole sperimentare il fatto che a Scampia si può lavorare, e si può lavorare
regolarmente, superando tutte le barriere del lavoro nero e cercare di mettere anche
un po’ di creatività nel lavoro di queste ragazze.
D. - Queste ragazze, padre
Valletti, sono impegnate fondamentalmente in una sartoria. Che cosa si produce?
R.
- Va anzitutto detto che a Napoli noi non riusciamo ad avere commercializzazione,
per cui ci facciamo aiutare da un gruppo di persone di fuori Napoli che hanno visto
nel settore delle borse di stoffa un’opportunità di vendita; poi, anche camici, qualche
vestito, utensili per la cucina, tovaglie …
D. - Leggendo un po’ di materiale
sulla cooperativa “La roccia”, ci si trova di fronte ad uno slogan, che credo sia
alla base della vostra attività: “Essere soci, lavoratori, volontari significa vivere
lo spirito della cooperazione nel condividere le responsabilità e dimostrare al territorio
che si può lavorare onestamente”, un messaggio importante…..
R. – E’ il nostro
principio, anche se bisogna sottolineare che non è facile, perché c’è poca cultura
del lavoro. Molte persone rimpiangono sempre la possibilità di arrangiarsi, di fare
il lavoro nero. Però, stiamo puntando anche ad un altro laboratorio che entrerà nella
cooperativa, che è quello dei ragazzi che lavorano come cartotecnica-legatoria del
libro e restauro del libro. E ora anche loro stanno allargando il loro raggio d’azione,
anche loro non a Napoli … Però, la speranza è di poter pure “sfondare” in qualche
modo qui, sul territorio. La cosa importante è che si dà lavoro a più di 12 persone,
che nel nostro ambiente è un piccolo tesoro.
D. - Un piccolo tesoro che va
ad agire - lo ricordiamo - su un territorio, su un tessuto sociale molto particolare:
stiamo parlando di Scampia. Questo, però, è un segno concreto di speranza …
R.
- Si vuole dare questa luce, perché altri possano continuare ad impegnarsi e, soprattutto,
affinché ci siano investimenti proprio sul piano della produzione.
D. - Di
fatto, questa cooperativa offre un’esperienza di crescita nei valori della cultura,
del lavoro, della legalità ma anche della cristianità, immagino …
R. - L’origine
dell’iniziativa è tutta legata al desiderio, che abbiamo come gesuiti, di fare un’esperienza
di inserimento nel quartiere, di promozione spirituale, culturale e sociale. E’ un
po’ il sogno che padre Arrupe ci ha messo nel cuore, e questo credo che sia abbastanza
importante da sottolineare e anche da perseguire; si tratta di un piccolo modello
di evangelizzazione, che non sia solamente cultuale o celebrativo, ma anche con una
ricaduta sul piano della promozione culturale e sociale. (gf)