Il cardinale Tauran ad Al Jazeera: lo scontro di civiltà è scontro di ignoranza. Basta
violenze contro i cristiani
Le vicende dei cristiani in Medio Oriente e le prospettive della primavera araba.
Lo status dei Luoghi santi e il presunto scontro di civiltà tra cristianesimo e islam.
Sono temi di assoluta attualità quelli che il cardinale Jean Louis Tauran, presidente
del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, ha affrontato nell’intervista,
di grande eco mediatica, realizzata dalla tv araba Al Jazeera. Alessandro De Carolis
sintetizza in questo servizio i principali contenuti dell’intervista, in onda a più
riprese tra oggi e lunedì prossimo sulle frequenze dell’emittente di Doha:
La schiettezza
è la cifra dell’intervista del cardinale Tauran davanti al microfono del giornalista
saudita, che gli rivolge una lunga serie di domande. Al Jazeera vuol dire dozzine
di milioni di telespettatori islamici. E dunque il bisogno di mettere in chiaro una
volta di più cosa la Chiesa pensi di chi si appropria il nome di Dio per creare barriere
ideologiche e fomentare l’odio interreligioso, ovvero il brodo di coltura del radicalismo
armato. Il cardinale Tauran è cristallino nel tacciare di “ignoranza” chi predica
lo scontro di civiltà:
R. – “You are right to say that… Lei è
ha ragione quando afferma che in Europa c’è paura dell’Islam ma credo che sia dovuto
all’ignoranza, perché quando si parla a questa gente – e ho parlato con tante persone
che appartengono a gruppi di destra – ci si rende conto che non hanno mai aperto un
Corano e che non hanno mai incontrato un musulmano. Quindi, come ho detto, dobbiamo
fare un grande sforzo per informare. Siamo riusciti a evitare lo scontro di civiltà,
possiamo riuscire a evitare uno scontro dell’ignoranza”.
Le minoranze
cristiane che vivono in posti dove è l’islam il credo più diffuso sono i primi a pagare
lo scotto di certi estremismi. Mezzo milione se n’è andato dall’Iraq (ma per la Santa
Sede sono almeno 800 mila), un migliaio è stato ucciso in Nigeria dal 2009 a oggi,
senza contare la catena di omicidi e violenze che ha fatto vittime fra i cristiani
copti in Egitto e altrove:
R. – “A coordinated campaign, I don’t know… Non
so se ci sia una campagna organizzata, ma sicuramente aprendo i giornali si può vedere
che in Iraq i cristiani vengono uccisi e così in Medio Oriente. Ogni giorno, ci sono
notizie di questo tipo e non si può negare che essi siano il bersaglio di un certo
tipo di opposizione. Qualche volta (…) i cristiani hanno la sensazione di essere cittadini
di seconda classe, nei Paesi dove i musulmani sono la maggioranza”.
Tuttavia,
c’è altro. C’è quello che il Papa ripete sempre quando parla di Medio Oriente, di
Terra Santa: rispetto e integrazione. Così, anche da Al Jazeera viene irradiato l’ennesimo
appello alla fraternità, venato di sano realismo:
R. – “Well, Christians
in the Middle East first of all… I cristiani del Medio Oriente condividono
il destino dei popoli di quella regione. Certo, dove non c’è pace naturalmente la
gente non è a suo agio e soffre. Per me, la grande tentazione per i cristiani del
Medio Oriente è quella di emigrare per il fatto che il processo di pace non sta andando
avanti, e perché essendo madri o padri di famiglia hanno dei bambini da crescere”.
Un
Medio Oriente senza cristiani, afferma esplicitamente il porporato, sarebbe una “catastrofe”,
con i Luoghi Santi ridotti a “musei”. Luoghi che quindi vanno preservati a ogni costo
nella loro dimensione storico-spirituale, insieme con le comunità ecclesiali che vivono
intorno ad essi:
R. – “First of all, there is a spiritual solidarity… Prima
di tutto, c’è una solidarietà spirituale, attraverso la preghiera e anche la carità.
C’è un’azione diplomatica della Santa Sede e ci sono i pellegrinaggi, che sono molto
importanti per la Terra Santa. Tutti questi pellegrinaggi, durante l’anno, sono una
manifestazione eloquente della solidarietà”.
Un passaggio dell’intervista
è ovviamente dedicato al sommovimento che in un anno ha stravolto o sta destabilizzando
geografie e dinastie, la “primavera araba”:
R. – I hope it will help… Spero
che aiuti. Guardando la primavera araba, qual è stata la dinamica di quel movimento?
Erano i giovani che chiedevano dignità, libertà, lavoro. Questi sono valori che naturalmente
condividiamo: cristiani, musulmani e suppongo ogni essere umano nel mondo”. (ap/gf)