Oltre metà dei seminaristi è su Facebook. Il clero italiano comunica sui social
network
L’uso dei social Net Work è sempre più diffuso fra il clero cattolico italiano. È
quanto emerge da una ricerca condotta dal Cremit dell’Università Cattolica di Milano
e dal Dipartimento Istituzioni e Società dell’Università di Perugia. I ricercatori
di questi due atenei hanno indagato per conto della WeCa (Associazione Webmaster Cattolici
Italiani) l’uso di Facebook da parte di sacerdoti, religiosi e seminaristi, mettendo
a fuoco un quadro di grande ricchezza e di grande attenzione nei confronti dei social
media. Risulta infatti che 20% dei diocesani e dei religiosiha un profilo
su Facebook. Si tratta di una percentuale elevata se la si confronta con il dato più
generale dei cittadini italiani. La percentuale sale addirittura al 59,7% nel caso
dei seminaristi, segno evidente della maggiore frequentazione di questi ambienti da
parte delle generazioni più giovani. Da alcuni primi dati appare una differenza numerica
di presenza da parte delle religiose rispetto ai religiosi. Emergono anche differenze
tra nord e sud del Paese: il meridionein questo caso appare come l’universo
maggiormente digitalizzato rispetto ad un nord che invece sembra essere meno incline
all’uso dei media sociali e partecipativi. Alla luce di questi primi dati la ricerca
nelle fasi successive della ricerca si cercherà di spiegazioni circa le peculiarità
di utilizzo da parte dei religiosi attraverso un approfondimento qualitativo che si
baserà sulla social network analysis e sullo studio semiotico e comunicativo dei singoli
profili.WeCa è la prima iniziativa europea del suo genere che intende unire, in una
comunità viva e in continua sinergia, le conoscenze e le esperienze dei Webmaster
Cattolici. Sono infatti circa 15.000 i siti cattolici italiani. WeCa è riconosciuta
nel "Direttorio delle Comunicazioni Sociali", come importante realta' nella missione
della Chiesa. (M.G.)