2012-03-16 11:44:39

Lateranense. La Lumen Gentium al centro della conferenza "Rileggere il Concilio"


Si è tenuto ieri, presso la pontificia Università Lateranense, il secondo appuntamento del ciclo di conferenze “Rileggere il Concilio”, organizzato nel 50.mo anniversario del Concilio Vaticano II. Oggetto del convegno è stata la costituzione conciliare “Lumen Gentium”. Nell’intervista di Davide Maggiore, padre Bernard Ardura, presidente del Pontificio Collegio di Scienze Storiche, ne ricorda i punti più significativi, a partire dall’immagine della Chiesa tracciata nel documento:RealAudioMP3

R. – La prima immagine che viene proposta dalla “Lumen Gentium” è quella del Popolo di Dio, che ha una struttura gerarchica perché il Signore Gesù ha voluto, attorno a sé, i 12 Apostoli ed i vescovi sono i loro successori. Naturalmente ci sono altre immagini: quella che venne sviluppata da Pio XII, ossia il Corpo mistico di Cristo, ed ogni cristiano è una delle membra. La Chiesa, poi, è anche in cammino verso il suo compimento, alla fine dei tempi. E’ l’aspetto della nuova Gerusalemme.

D. – In che misura quest’immagine della Chiesa rappresenta una novità e in che misura, invece, è in continuità con la tradizione della Chiesa?

R. – E’ una novità nel senso che la Chiesa non si era mai presentata, sistematicamente, come un popolo organizzato. Si era piuttosto insistito sulla sua struttura giuridica. D’altra parte, la continuità è ovvia: non si è membro del popolo unicamente per nascita ma lo si diventa per scelta, attraverso il Sacramento del Battesimo.

D. – Questa sottolineatura della nozione di “Popolo di Dio”, chiama inoltre i laici ad una nuova responsabilità…

R. – Questo è un elemento essenziale della “Lumen Gentium”: la vocazione universale alla Santità. Sono destinati alla Santità tutti i battezzati. La cosa importante è rispondere a questa vocazione universale. (vv)

E ad approfondire l’elemento della vocazione universale alla santità, ancora al microfono di Davide Maggiore, è don Giovanni Tangorra, docente di Ecclesiologia presso l’Università Lateranense:RealAudioMP3

R. – La santità, com’è stata esaminata nel Concilio, è ancora molto attuale. Il Concilio l’ha espropriata da una concezione di tipo straordinario rendendola possibile, anzi: l’ha resa quasi doverosa e l’ha inscritta nel dna stesso del Battesimo. Quello che è importante è capire cosa si intende per santità e, per il Concilio in maniera particolare, è importante saper vivere il precetto dell’amore di Gesù Cristo. Vissuta attraverso la carità, la santità diventa certamente una sfida contemporanea molto importante.

D. – Dal punto di vista della ricezione, quali possono essere considerati, oggi, i frutti concreti della “Lumen Gentium” e dell’ecclesiologia che delinea?

R. – La ricezione è certamente uno dei problemi principali di un Concilio. E’ quell’atto con cui il Popolo di Dio, in qualche modo, fa suo ciò che in un Concilio viene discusso e approvato, ed è ciò che rende vive le decisioni prese. Sul piano pratico potrei dire che la ricezione da parte del Popolo di Dio – quindi non solo di alcune categorie di professionisti – è molto viva, almeno a due livelli. Prima di tutto perché si nota, nel Popolo di Dio, una maggior presa di coscienza della Chiesa, che non viene più vista come un qualcosa di estraneo o di formale, ma come un qualcosa cui si appartiene e di cui si è parte. Inoltre c’è anche un’estensione della corresponsabilità all’interno della Chiesa che, non si può negare, dopo il Concilio ha certamente prodotto molti frutti. (vv)







All the contents on this site are copyrighted ©.