Emergenza rifugiati in Siria. La Turchia invita i propri cittadini a lasciare il Paese
La situazione in Siria rischia di precipitare. Lo si comprende anche dalla preoccupazione
della Turchia, che sta considerando l’ipotesi di istituire una "zona cuscinetto" al
confine tra i due Paesi, così come ha riferito stamattina il premier, Recep Tayyip
Erdogan. E intanto cresce l’emergenza rifugiati. Il servizio di Salvatore Sabatino:
Ankara sta
valutando se richiamare l'ambasciatore a Damasco e ha "raccomandato" i cittadini turchi
di lasciare immediatamente il Paese. Tutto questo mentre la Russia continua ad appoggiare
il regime di Assad, pur sostenendo diplomaticamente la missione dell'inviato speciale
dell'Onu e della Lega Araba, Kofi Annan. Sulla scena si affaccia, in queste ore, anche
l’Iran, che ha inviato una seconda tranche di aiuti umanitari in Siria; l'aereo atterrato
oggi a Damasco, riporta l'agenzia d'informazione 'Irna', trasporta apparecchiature
mediche, ma anche tende e coperte. Tutti materiali destinati alle aree in cui la situazione
è più difficile; la stessa che sta producendo l’emergenza forse più grande: quella
che riguarda i rifugiati, rilanciata anche dall’Acnur. Giordania, Libano Turchia sono
i Paesi che li stanno accogliendo; circa 30 mila, secondo l’Alto Commissariato Onu
per i Rifugiati, che non manca di osservare anche una rilevante quantità di siriani
sfollati all'interno del Paese. Numeri ufficiali, in questo caso, non ce ne sono,
anche se si presuppone che diverse migliaia abbiano lasciato le province di Homs,
Deir al-Zor, Hama, Damasco e Idlib; tutte aree interessate dall’acuirsi della violenza.