2012-03-16 14:56:33

Dialoghi in Cattedrale: secondo appuntamento, sul tema della vita eterna


Ieri sera nella Basilica papale di San Giovanni in Laterano a Roma si è svolto il secondo appuntamento dei Dialoghi in cattedrale, sul tema “Educare alla vita eterna: utopia o profezia?”. All’incontro, organizzato dalla diocesi di Roma, hanno partecipato Remo Bodei docente alla University of California e Joaquin Navarro-Valls presidente dell’Advisory Board dell’Università Campus Bio Medico di Roma. Sul tema della serata, ascoltiamo il prof. Bodei al microfono di Marina Tomarro:RealAudioMP3

R. – Bisogna intanto capire cosa vuol dire vita eterna, perché noi ci siamo dimenticati del significato del termine eternità. Eternità non è un tempo lunghissimo, necessariamente dopo la morte: eternità è pienezza di vita, ed il contrario è l’emorragia di vita, vita che se ne va, quindi al di là della dimensione religiosa. L’educazione invece è una vita piena, ha cioè uno sviluppo della personalità di ciascuno ed ha una crescita “antigravitazionale”, cioè la tendenza di svettare verso l’alto.

D. - E negli ultimi tempi la vita eterna è tornato ad essere un tema molto discusso. Ma da dove nasce questo bisogno di parlarne?

R. – Nasce intanto dalla conclusione tragica di certi regimi - basati tutti sul concetto che questa vita è la cosa più importante - ma anche un po’ dalla crisi economica che stiamo subendo, e che ci fa pensare a qualcosa che non è più questa bulimia consumistica. Quindi in periodi di difficoltà si sente il bisogno di dare senso alla propria vita.

Quindi la vita eterna non è un concetto astratto e lontano da noi, ma invece qualcosa che ci appartiene perché noi stessi ne facciamo parte integrante. Ascoltiamo a questo proposito Joaquin Navarro-Valls:

R. - Dal momento che una persona nasce, ha cominciato una vita che sarà eterna, che durerà sempre, quindi: non si deve educare per una vita che verrà, ma si deve educare per questa vita di adesso. Io penso che quando si vedono le realtà della vita quotidiana di ognuno di noi, da una prospettiva di vita eterna, succedono due cose: da una parte le cose si relativizzano - quello che ci sembra una cosa tremenda e spaventosa si relativizza – dall’altra parte ci rendiamo conto che, ogni singola circostanza di quella vita, è un valore di vita eterna. Quindi nulla di quello che facciamo oggi si perde nel nulla.

D. - Navarro-Valls nel 1998, come direttore della Sala stampa vaticana, accompagnò il Beato Giovanni Paolo II, in uno storico viaggio apostolico a Cuba. A pochi giorni dall’imminente visita di Benedetto XVI nell’isola caraibica, che cosa è cambiato da allora?

R. – Io direi che, una delle cose importanti che il Papa è riuscito a fare in quel viaggio è stato dare uno spazio sociale alla Chiesa in Cuba, che socialmente non era riconosciuto. Rimane poi un grande tema - che adesso Benedetto XVI ritroverà, arrivando a Cuba - ovvero la formazione nella fede dei cubani. Quel Paese ha un bisogno disperato di formazione, per molte ragioni: la mancanza dei sacerdoti – l’isola non è ancora auto-sufficiente da questo punto di vista; la Chiesa poi non ha ancora il permesso di editare libri e fare pubblicazioni. Quindi quello che dirà a Cuba questo Papa, che fa “pastorale dell’intelligenza” in tutto il mondo, contribuirà a risolvere il problema fondamentale della Chiesa oggi: la formazione della gente. (cp)







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