A dieci anni dalla
scomparsa, la figura di Carmelo Bene ancora ha molto da dire al mondo dell'arte teatrale.
"Nelle sue apparenti provocazioni ci sono delle leggi che possono servire alla professione
di un attore che intende mettersi al centro della scena e non al servizio di una rappresentazione
sotto regia". Così lo ricorda Piergiorgio Giacchè, già presidente della fondazione
L'immemoriale di Carmelo Bene, che sarà autore di una voce biografica
sull'Enciclopedia Treccani. "Con Bene - sottolinea - il pubblico non è consumatore,
ma è messo nella condizione di proiettarsi, come succede nei concerti di musica, nell’attore,
nella sua visionarietà". Silvia Carandini, ordinario di Storia del teatro e dello
spettacolo a La Sapienza, ricorda il suo enorme lavoro sulla voce. "Tutta la scena
viveva con lui - spiega - tutto era in movimento. Una figura talmente proteiforme
che ha prodotto il meglio in tutti i campi". (di Antonella Palermo)