Africa: per la siccità crollo dei raccolti nei Paesi del Sahel
Cresce il rischio carestia nei Paesi dell’Africa occidentale e del Sahel dove la campagna
agricola 2011-2012 è stata segnata da un calo delle produzioni cerealicole dal 15
al 52% rispetto alla stagione precedente, con una media per l’Africa occidentale del
25%. A lanciare l’allarme è Comitato intergovernativo di lotta alla siccità nel Sahel
(Cilss) che si è riunito nei giorni scorsi ad Abidjan, capitale commerciale della
Costa d’Avorio. Secondo gli esperti dell’organismo regionale, citati dall’agenzia
Misna, il crollo della produzione agricola è stato causato dall’irregolarità delle
precipitazioni e dal conseguente deficit idrico che sta ora ipotecando le colture
ad uso alimentare (frutta e verdura) e i raccolti attesi in queste settimane, prima
di poter nuovamente seminare a maggio. Una situazione con pesanti ripercussioni sul
mercato che registra prezzi in costante aumento. “Urge definire una strategia comune
e soluzioni a lungo termine per risolvere il problema ciclico delle crisi alimentari
che colpiscono la nostra regione” ha detto il ministro ivoriano dell’Agricoltura,
Minayaha Siaka. Ad Abidjan i rappresentanti del Cilss e della Comunità economica dei
paesi dell’Africa occidentale (Ecowas/Cedeao) hanno messo in comune tutti i dati statistici
a disposizione per avere un quadro realistico della situazione alimentare regionale
e hanno realizzato una mappa delle zone e popolazioni più a rischio. Il Cilss è stato
fondato nel 1973 da dieci Paesi, tra cui Mauritania, Senegal, Guinea, Niger, Mali,
Burkina Faso, e dal 2006 ne fanno parte tutti gli Stati membri dell’Ecowas. A lanciare
l’allarme sull’insicurezza alimentare comune a diversi Paesi del Sahel è anche la
‘Caritas Niger’ al termine di una missione svolta nel dipartimento agricolo di Dakoro
(centro-est). “Mancano 700.000 tonnellate di viveri a causa di piogge insufficienti
ma anche delle cavallette che hanno distrutto molte colture sul nascere come nel villaggio
di Takouda. Lì il deficit di cereali è del 70%”, scrive Serge Xavier Oga della Caritas
Niger. “In pochi giorni - aggiunge il rappresentate della Caritas - 30 giovani (su
una popolazione di 642 abitanti) sono partiti per la Nigeria in cerca di un lavoro.
Il capo villaggio è preoccupato per l’insicurezza nel Paese confinante, ma i granai
sono ormai vuoti”. L’organizzazione umanitaria cattolica riferisce anche di un quotidiano
fatto di “razionamenti alimentari”, “bambini che si ammalano di frequente a causa
della malnutrizione”, “pozzi vuoti e capi di bestiame svenduti pur di comprare un
po’ di cibo”, ma anche di “solidarietà tra le popolazioni dei villaggi più colpiti
dalla carestia”. (M.G.)