Nell'Unione Europea si riapre il dibattito sugli Ogm. Padre Miranda: positivo parlarne
Fa discutere la riapertura in sede Ue del dossier sugli Ogm, organismi geneticamente
modificati. Alcuni Paesi membri, tra i quali l’Italia, hanno rotto il “fronte del
no”, proponendo, come chiesto dalla presidenza di turno danese, che a decidere siano
i singoli Stati. Secondo il ministro dell’ambiente Clini occorre una “seria riflessione”.
Al contrario di quanto si pensa, “senza l’ingegneria genetica – ha spiegato Clini
- non avremmo alcuni fra i nostri prodotti tipici”. Tornare a parlare di Ogm è “positivo”
secondo padreGonzalo Miranda, decano della facoltà di Bioetica all’Ateneo
Pontificio Regina Apostolorum. Paolo Ondarza lo ha intervistato:
R. – E’ la serietà
che conta: bloccare la ricerca sul rischio derivante dalla sperimentazione degli
Ogm, senza che ci siano i presupposti per farlo, non è serio. Adesso con la riapertura
del dibattito le cose cambiano. L’approccio è finalmente serio. Credo che sia importante
che si facciano le indagini necessarie e credo che se, come sta succedendo in altri
Paesi, non si riscontrano rischi seri né per la salute delle persone umane, né per
gli animali, né per una vera e propria contaminazione dell’ambiente con gli Ogm, si
possa procedere con la coltivazione.
D. – Secondo chi è favorevole agli Ogm
questi potrebbero essere una risposta al problema della fame nel mondo…
R.
- Perché grazie agli Ogm si riescono a coltivare piante utili all’alimentazione in
situazioni di siccità o di troppa salinità. Alcuni contadini in questi luoghi, noi
li abbiamo conosciuti, raccontano che usano queste sementi Ogm producendo molto di
più e più facilmente, senza dover utilizzare tanti erbicidi, tante altre sostanze…
D.
– In proposito si può citare il caso del Giappone post-tsunami che è riuscito attraverso
gli Ogm a reintrodurre la coltivazione di un riso resistente alla salinità del terreno…
R.
– Sì, è uno degli esempi ma ce ne sono tanti altri. C’è il famoso Golden rice, il
riso reso ricco di provitamina A. che potrebbe aiutare eventualmente le popolazioni
asiatiche, dove il riso rappresenta l’alimentazione fondamentale e dove il riso è
privo di questa sostanza. Avrebbe grandi benefici sulla salute.
D. - Non mancano
però aspetti negativi. La creazione di semi nuovi, geneticamente modificati, non produce
solo benefici…
R. – Effettivamente non produce solo benefici: l’abbassamento
dei costi, l’aumento della produzione, con minore sforzo ha come conseguenza che qualcuno
non ci guadagna! Non ci guadagnano i produttori di erbicidi, di altre sostanze… Il
rischio zero però non esiste: se c’è un’innovazione un minimo di rischio ci sarà sempre.
D. - Ci sono stati casi in cui è risultato che alcuni prodotti fossero velenosi?
R.
– No, in realtà non ci sono stati. Ci sono state contaminazioni ma come può succedere
anche con altre sostanze che non sono state prodotte con gli Ogm. Negli Stati Uniti
sono più di vent’anni che una buona parte della popolazione consuma il mais Ogm e
non ci sono casi accertati di intossicazione da questo prodotto.
D. - Con l'introduzione
degli Ogm, non rischiano di scomparire le colture locali, le coltivazioni locali?
R.
– Non credo. In realtà, la forza delle coltivazioni locali è il loro essere pregiate.
Le coltivazioni Ogm riguardano prevalentemente Mais, cereali. D’altra parte però
c’è anche un’altra cosa da dire: con gli Ogm è possibile salvare alcune coltivazioni
locali che altrimenti potrebbero anche sparire.
D. - C’è un altro problema.
Le multinazionali, secondo un recente rapporto redatto da varie Ong, detengono il
monopolio del mercato delle sementi. Un fatto che ha messo sul lastrico centinaia
di migliaia di contadini alcuni dei quali, si sarebbero tolti la vita perché impossibilitati
a sostenere i costi…
R. – Le cose non stanno proprio così ed è già stato dimostrato.
Quello dei contadini suicidi è un problema legato ad altre circostanze e risale a
prima che venissero introdotti gli Ogm.
D. – Il problema è che forse le multinazionali
sono un po’ più abili nell’accaparrarsi l’esclusiva su questi prodotti...
R.
– In questo caso è necessario applicare le leggi antitrust, antimonopolio, come vengono
applicate con altri prodotti.
D. – Per concludere come rapportarsi alla questione
Ogm?
R. – Con prudenza. Senza paura, valutare bene e decidere bene. (bf)