2012-03-15 14:21:45

India: proteste di Chiesa e pescatori contro la centrale nucleare in Tamil Nadu


Da questa mattina pescatori e attivisti del Tamil Nadu sono di nuovo in protesta contro la costruzione della centrale nucleare di Koodankulam. Lo conferma all'agenzia AsiaNews padre William Santhanam, portavoce delle Ong diocesane di Tuticorin: "Oggi nessuno in Tamil Nadu è uscito in mare. Tutti i pescatori sono qui". La comunità di pescatori aveva annunciato la nuova manifestazione il 12 marzo scorso, per ricordare il disastro nucleare di Fukushima e chiedere al governo di scongelare i conti delle Tuticorin Diocesan Association e Tuticorin Multipurpose Social Service Society, due delle quattro Ong denunciate per finanziamenti illeciti. Entrambe le Ong sono guidate da mons. Yvon Ambroise, vescovo di Tuticorin. Qualche giorno fa, il prelato ha inviato una lettera personale al primo ministro Manmohan Singh, in cui ha spiegato che la diocesi e i suoi servizi non sono coinvolti in queste proteste, e che la questione va risolta tra governo e popolazione. A questo memorandum, è seguito un appello della Conferenza episcopale del Tamil Nadu, che esortava il governo centrale a "smettere di tormentare i cristiani e ritirare i commenti negativi contro la diocesi di Tuticorin". Il rev. G. Devakadasham, primate (o moderatore) della Church of South India (Csi, anglicana), ha definito le dichiarazioni dei vescovi cattolici "non del tutto vere", dal momento che "anche la Chiesa protestante compie un gran lavoro di carità, ma non ha mai subito pressioni governative". Padre William minimizza le esternazioni del primate come una "pura opinione personale", perché "il vescovo anglicano di Tuticorin è in piena adesione con mons. Yvon Ambroise e continua a dare il suo sostegno morale". L'11 settembre 2011, più di 127 persone del villaggio di Idinthakarai hanno iniziato a digiunare in segno di protesta. Dopo 12 giorni, la gente ha interrotto lo sciopero della fame per le promesse (non mantenute) di J. Jayalitha, chief minister dello Stato, che aveva garantito di fermare il progetto. All'epoca, i pescatori avevano chiesto la solidarietà della Chiesa alla loro causa, accordata da mons. Ambroise. "La gente ha coinvolto la diocesi - spiega padre Santharam -, non il contrario. Se per la popolazione si tratta della loro sicurezza e sopravvivenza, il vescovo non ha altra scelta che condividere le loro preoccupazioni". (R.P.)







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