India: proteste di Chiesa e pescatori contro la centrale nucleare in Tamil Nadu
Da questa mattina pescatori e attivisti del Tamil Nadu sono di nuovo in protesta contro
la costruzione della centrale nucleare di Koodankulam. Lo conferma all'agenzia AsiaNews
padre William Santhanam, portavoce delle Ong diocesane di Tuticorin: "Oggi nessuno
in Tamil Nadu è uscito in mare. Tutti i pescatori sono qui". La comunità di pescatori
aveva annunciato la nuova manifestazione il 12 marzo scorso, per ricordare il disastro
nucleare di Fukushima e chiedere al governo di scongelare i conti delle Tuticorin
Diocesan Association e Tuticorin Multipurpose Social Service Society, due delle quattro
Ong denunciate per finanziamenti illeciti. Entrambe le Ong sono guidate da mons. Yvon
Ambroise, vescovo di Tuticorin. Qualche giorno fa, il prelato ha inviato una lettera
personale al primo ministro Manmohan Singh, in cui ha spiegato che la diocesi e i
suoi servizi non sono coinvolti in queste proteste, e che la questione va risolta
tra governo e popolazione. A questo memorandum, è seguito un appello della Conferenza
episcopale del Tamil Nadu, che esortava il governo centrale a "smettere di tormentare
i cristiani e ritirare i commenti negativi contro la diocesi di Tuticorin". Il rev.
G. Devakadasham, primate (o moderatore) della Church of South India (Csi, anglicana),
ha definito le dichiarazioni dei vescovi cattolici "non del tutto vere", dal momento
che "anche la Chiesa protestante compie un gran lavoro di carità, ma non ha mai subito
pressioni governative". Padre William minimizza le esternazioni del primate come una
"pura opinione personale", perché "il vescovo anglicano di Tuticorin è in piena adesione
con mons. Yvon Ambroise e continua a dare il suo sostegno morale". L'11 settembre
2011, più di 127 persone del villaggio di Idinthakarai hanno iniziato a digiunare
in segno di protesta. Dopo 12 giorni, la gente ha interrotto lo sciopero della fame
per le promesse (non mantenute) di J. Jayalitha, chief minister dello Stato, che aveva
garantito di fermare il progetto. All'epoca, i pescatori avevano chiesto la solidarietà
della Chiesa alla loro causa, accordata da mons. Ambroise. "La gente ha coinvolto
la diocesi - spiega padre Santharam -, non il contrario. Se per la popolazione si
tratta della loro sicurezza e sopravvivenza, il vescovo non ha altra scelta che condividere
le loro preoccupazioni". (R.P.)