I coniugi Zanzucchi scelti per le meditazioni della Via Crucis: è l'attenzione della
Chiesa per la famiglia
Sarà quest’anno una coppia di coniugi, Annamaria e Danilo Zanzucchi, a scrivere
i testi delle meditazioni della 14 stazioni della Via Crucis del Venerdì Santo il
6 aprile prossimo al Colosseo. I Zanzucchi, scelti dallo stesso Benedetto XVI, sono
stati tra i più stretti collaboratori di Chiara Lubich, fondatrice dei Focolari, in
particolare come responsabili del movimento “Famiglie Nuove”. Adriana Masotti ha
chiesto loro con quale sentimenti hanno accolto questa richiesta del Papa:
R. – La nostra
prima reazione è stata di una grande sorpresa e devo anche dire di un po’ di timore
di fronte a questo grande mistero che è la sofferenza di Gesù. Doverla esprimere a
parole ci sembra anche difficile. Nello stesso tempo, avevamo anche come una grande
riconoscenza verso il Papa per aver scelto la famiglia per una cosa così profonda
e così forte. Esprimere, in questo modo, quasi la nostra partecipazione al dolore
redentivo di Gesù ci sembrava anche un dono di Dio, perché ci siamo messi a riflettere
su questa realtà e di questo ringraziamo veramente il Santo Padre, che ha fatto questa
scelta.
D. – Le riflessioni faranno riferimento al tema della famiglia. Che
cosa significa questo, si tratta di una particolare attenzione alla famiglia, in questo
momento, o forse anche un riconoscimento della maturità dei laici e dei coniugati
nell’esprimere la fede per tutti?
R. – Direi una cosa e l’altra. Certamente
c’è un’attenzione particolare della Chiesa a tanti livelli, in tutto il mondo, per
quanto riguarda la famiglia. E la famiglia si è resa più cosciente di essere Chiesa
e di avere più responsabilità anche nei confronti della società: basta pensare all’educazione
dei figli. Ci sono stati vari momenti di quest’interessamento: ricordo che, appena
venne eletto Papa, Giovanni Paolo II istituì il Pontificio Consiglio della Famiglia.
Egli ci interrogava, e chiamò un gruppo di laici da ogni parte del mondo per sentire
com’era la situazione e che cosa si poteva fare. Si impegnava affinchè fosse riconosciuto
e valorizzato nella Chiesa e nella società anche l’apporto delle famiglie. Inoltre,
ha istituito addirittura un Sinodo sulla famiglia, proprio appena eletto Papa. Frutto
di questo Sinodo è stata quella sua famosa enciclica “Familiaris Consortio”, che è
il trattato più eloquente e più completo che ci sia per la famiglia nel mondo e che
tutt’ora sta ispirando l’azione di tanti movimenti che si interessano alla famiglia,
compreso il nostro. Benedetto XVI ci ha chiamato ancora e si è interessato al nostro
lavoro, ed ha proseguito il lavoro per la famiglia che aveva iniziato Giovanni Paolo
II. (vv)