Stop alla pubblicità in TV sul gioco d'azzardo: lo chiede il Consiglio nazionale degli
utenti
Soddisfazione per l’impegno preso dal ministro della cooperazione internazionale e
l’integrazione, Andrea Riccardi, di regolamentare la pubblicità dei giochi d’azzardo:
l’ha espressa Luca Borgomeo, presidente del Consiglio Nazionale degli utenti,
impegnato oggi a Roma nella conferenza stampa su “Pubblicità televisiva del gioco
d’azzardo”. Cristina Bianconi lo ha intervistato:
R. - Il gioco
d’azzardo fa male alla salute. Ma oltre a far male alla salute, fa male al portafoglio.
Chi pensa di risolvere i problemi con il gioco, per comprare un’emozione, è indotto
a spendere, provocando un danno notevole al suo patrimonio. Quindi bisognerebbe avere
la consapevolezza che giocando si perde. La pubblicità che invoglia con il miraggio
di una vacanza, di una rendita o di un milione di vincita, è una pubblicità che inganna
perché induce ad un comportamento irrazionale. Poi oltre al danno economico e della
salute, c’è anche un altro danno: il gioco sottrae tempo a tante altre attività, allo
studio, alle relazioni… Dire gioco d’azzardo è un ossimoro, perché il gioco è svago,
divertimento; l’azzardo è invece un pericolo.
D. - Faceva riferimento al problema
degli spot pubblicitari che incitano al gioco…
R. – Bisognerebbe dire al giocatore:
“Tieni presente che la probabilità di vittoria è una su un milione”. Questo per fargli
capire il rischio a cui si espone. Ed è evidente che, soprattutto in televisione,
non è possibile accettare “supinamente” questo bombardamento incessante di spot. Noi
come Consiglio nazionale degli utenti, abbiamo chiesto esplicitamente, con una proposta
di legge, di eliminare la pubblicità nella fascia che va dalle 8 di mattina alle 22.30
- la cosiddetta fascia protetta - perché a farne le spese sono soprattutto i minori
che sono i più deboli e i più indifesi. (bi)