Giornata europea in ricordo delle vittime del terrorismo
Il ruolo delle vittime del terrorismo per prevenire la radicalizzazione della violenza.
Questo lo spirito dell’ottava giornata Europea in ricordo delle vittime del terrorismo,
indetta per oggi dalla Commissione Europea. Sulle attuali sfide nel vecchio continente
Eugenio Bonanata ha intervistato Maurizio Calvi, presidente del Centro
alti studi per la lotta al terrorismo e alla violenza Politica:
R. - Una prima
emergenza nasce dalla mancata autonomia dei popoli. Questa forma di terrorismo, è
un terrorismo che si esporta nel contesto dei vari settori, soprattutto qui in Europa.
L’altro problema è quello del terrorismo islamico a carattere ideologico, politico.
D.
- Il pericolo legato all’estremismo islamico è in aumento rispetto al passato?
R.
- Io direi che in questa fase, in questo momento storico, questo rischio si è in parte
attenuato, almeno per quanto riguarda i Paesi occidentali e soprattutto in Europa.
Ovviamente, è ancora forte nelle realtà dominate da fazioni di “uno contro l’altro”
nel contesto della lotta politica, di quelle realtà dove ci sono soprattutto territori
contesi.
D. - Nel fenomeno terroristico rientrano anche le mafie, che sono
molto attive in Italia...
R. - Un’ultima indagine che è in corso fa ritenere
che una sorta di pacificazione tra mafia e Stato sia stata la conseguenza dell’azione
di Borsellino che ha contrastato questa sorta di patto che la mafia voleva imporre
allo Stato. Dalle ultime indagini, dalle ultime informazioni che si hanno, sembra
che Borsellino abbia pagato con la sua vita il prezzo di questo sforzo.
D.
- La crisi economica favorisce il terrorismo?
R. - Noi ci dobbiamo preoccupare
delle tensioni sociali del nostro Paese. Nella nostra storia, tanto più forti sono
state le tensioni sociali, tanto più forte è stata la spinta del terrorismo. Quindi,
starà sicuramente compito delle forze politiche determinare le condizioni perché ci
sia un rapporto di pacificazione nel nostro Paese. (bi)