Giornata del Pellegrino a Loreto. Mons. Tonucci: accogliere il sì di Maria nella nostra
vita
Sono oltre 2000, provenienti soprattutto dalle Marche dall’Umbria e dall’Abruzzo,
i partecipanti alla settima edizione della Giornata del pellegrino organizzata ieri
nel Palazzo dello Sport di Loreto dall’Opera Romana pellegrinaggi. Durante l’incontro,
che ha come tema “Il Pellegrinaggio, un cammino di educazione alla vita buona del
Vangelo”, i fedeli hanno compiuto l’atto di affidamento alla Madonna di Fatima alla
presenza della Statua pellegrina. Sul tema della giornata, ascoltiamo - al microfono
di Marina Tomarro - il commento di mons. Giovanni Tonucci, arcivescovo
prelato di Loreto e delegato pontificio per il Santuario della Santa Casa:
R. – E’ un tema
che si rifà alla campagna lanciata dalla Conferenza episcopale per il decennio che
stiamo vivendo. Si nota che l’educazione ha perso un po’ della sua forza e soprattutto
la famiglia ha perso la sua capacità di educare, di trasmettere i valori del Vangelo.
La Chiesa quindi si fa carico di questa necessità e il tema viene ripresentato anche
in occasione di questo pellegrinaggio per richiamare tutti a un dovere che ci appartiene.
D.
– Loreto è una meta di eccellenza dei pellegrinaggi mariani. Cosa cercano coloro che
vengono a visitare la Santa Casa?
R. – Quelli che venendo a Loreto sanno che
cosa provano, vogliono cercare il silenzio, la tranquillità e la forza di un messaggio
che non è devozionale ma è profondamente teologico. A Loreto si riflette sul sì di
Maria all’annuncio dell’Angelo, per cui entrando nella Santa Casa è come se ci ponessimo
ancora una volta all’ascolto di queste parole che naturalmente ci richiamano a un
impegno nostro personale.
D. - Nell’incontro c’è anche un collegamento con
il patriarca Latino di Gerusalemme. Quanto sono vicine la Terra Santa e Loreto?
R.
- Loreto è un pezzo di Terra Santa. Abbiamo le due parti, Nazareth e Loreto, che si
incontrano. Il collegamento con il patriarca Fouad Twal è qualcosa che nasce da un
desiderio di scambio, ma nasce anche da una spontanea amicizia, che si alimenta in
visite incontri e pellegrinaggi. Quindi vogliamo rinnovare questo vincolo, che sentiremo
particolarmente vivo avendo un contatto diretto con il patriarca.
Ma oggi cosa
spinge le persone ad andare in pellegrinaggio? Ascoltiamo padre Cesare Atuire,
delegato di Opera romana pellegrinaggi:
R. - Quello che spinge le persone ad
andare in pellegrinaggio è una specie di chiamata interiore. Quando uno sente questo
bisogno di fare un cambiamento nella propria vita, magari sente proprio che c’è il
bisogno di riempire l’anima di qualcosa di diverso: è così che molte persone poi decidono
di partire verso questi luoghi che sono luoghi che sono stati toccati dalla mano di
Dio.
D. – Ma oggi quali sono i luoghi maggiormente frequentati dai pellegrini?
R.
– Naturalmente c’è Lourdes, Fatima, Santiago di Compostela e la Terra Santa, Gerusalemme.
Ma non dimentichiamo che Roma è una meta di pellegrinaggio importante e molti pellegrini
vengono a Roma. Ma se poi, dopo, vogliamo parlare dell’Italia, in particolare, allora
i luoghi più frequentati dai nostri pellegrini sono Roma, come ho detto, San Giovanni
Rotondo, Loreto, Pompei e Sant’Antonio di Padova, e naturalmente, anche Assisi. Questi
sono luoghi importanti. Pertanto la geografia dei luoghi santi è presente in tutto
il Paese. (bf)