Francia: riflessione della Chiesa sulle prossime presidenziali
"Non possiamo più accontentarci di promesse"; occorre "un vero cambiamento, anzi un
radicale rinnovamento nella nostra società. Abbiamo più che mai bisogno di speranza
e di un potere politico che la incarni dando una direzione chiara, proponendo scelte
coerenti ed eque in ambito sociale, economico, morale, ecologico". A poco più di un
mese dalle elezioni presidenziali del 22 aprile (primo turno) e del 6 maggio (secondo
turno) - riferisce l'agenzia Sir - mons. Norbert Turini, vescovo di Cahors, propone
una breve riflessione (testo integrale su www.eglise.catholique.fr) . Rammentando
che è "dovere di tutti i cittadini andare a votare", il presule spiega che "la Chiesa
non dà indicazioni di voto" ma "la sua missione" è "illuminare le coscienze, nel rispetto
della libertà di voto di ognuno". Di qui il richiamo al documento dello scorso ottobre
"Elezioni: un voto per quale società?", del Consiglio permanente della Cef. "Votando
– osserva mons. Turini - ognuno di noi" esprime "in un certo senso, attraverso la
scelta che compie, che tipo di società vuole per sé, i propri figli e per il suo Paese".
Per il presule "queste elezioni si svolgeranno in un clima di crisi globale, i cui
effetti non hanno cessato di farsi sentire". Tempi che "chiedono a chi governa il
nostro Paese, fino ai più alti livelli dello Stato, qualunque sia il suo colore politico,
di raccogliere molte sfide". Tuttavia "l'avvicinarsi di un'elezione è anche una buona
occasione per fare un esame di coscienza e scoprire su quali punti dobbiamo cambiare
le nostre mentalità. Il potere politico, come ogni potere, ha i suoi limiti e quello
che uscirà dalle urne non sfuggirà alla regola. Non bisogna aspettarsi più di quello
che può dare. Non bisogna, soprattutto, idealizzarlo". Inoltre, "la crisi che stiamo
attraversando – secondo mons. Turini - ci ha fatto comprendere che alcuni, se pure
alla guida dello Stato, non bastano a risolvere tutti i problemi sociali e politici
e a realizzare i nostri sogni di benessere, di grandezza e sicurezza materiale"; la
crisi ricorda ad ogni cittadino che "egli è corresponsabile con coloro che lo governano
del futuro del Paese". Infine, pur ribadendo che i vescovi non intendono offrire indicazioni
di voto, il presule invita ad esaminare il modo in cui programmi e progetti di partiti
e candidati affrontano i temi della vita nascente e del fine vita, della famiglia,
dell'istruzione. Ma anche le questioni "città e periferie", ambiente, economia e giustizia,
immigrazione, handicap, "costruzione europea", e laicità (relazioni Stato-Chiesa)
sono punti chiave per operare con discernimento la propria scelta. (L.Z.)