Usa: primarie repubblicane in Wyoming e Pennsylvania
Continuano negli Stati Uniti le primarie del Partito Repubblicano. Ad agosto prossimo
la scelta definitiva del candidato che dovrà vedersela con Barack Obama per la Casa
Bianca a novembre. In corsa ancora il favorito Mitt Romney, ex governatore del Massachusetts,
e Rick Santorum, già senatore della Pennsylvania. Oggi si vota in Wyoming e Kansas,
mentre martedì prossimo sarà la volta di Mississippi, Alabama e Hawaii. Qualsiasi
sia la scelta del candidato, i repubblicani dichiarano di voler modificare profondamente
le riforme sullo Stato sociale che sono state il fiore all’occhiello dell’amministrazione
Obama. Francesca Baronio ne ha parlato a Washington con Domenico Lombardi,
economista della Brooking Institution:
R. – Gli esponenti
del Partito Repubblicano sono stati molto chiari: innanzitutto, il primo programma
ad essere tagliato sarebbe proprio quello della riforma sanitaria che, con tanto sforzo,
l’amministrazione Obama ha posto in essere. Inoltre, altri programmi di interesse
sociale verrebbero ad essere interessati, soprattutto se l’obiettivo di riduzione
delle aliquote fiscali, così com’è stato promesso, dovesse essere attuato. Gli Stati
Uniti già si trovano in una situazione molto delicata, dal punto di vista della politica
fiscale, e dunque un’ulteriore compressione delle entrate dovrebbe essere necessariamente
compensata da aggiustamenti sul lato delle spese.
D. – Per quale motivo, nel
corso della campagna elettorale, il modello europeo è stato spesso criticato dai repubblicani?
R.
– Innanzitutto, c’è un aspetto ideologico: loro privilegiano la libertà di iniziativa
e la libertà d’impresa. Inoltre, vedono nell’economia continentale europea alcuni
aspetti che vanno esattamente nella direzione opposta, come ad esempio l’elevata tassazione
e l’elevato peso regolamentare. Questi sono aspetti che non rientrano nella loro visione
economica del mondo. C’è poi un ulteriore aspetto, che è quello di rafforzare l’idea
di potenza della Nazione americana, e quindi questo è un ulteriore aspetto che tende
a distinguere la loro posizione da quelle più multi-lateraliste e più internazionaliste
dell’attuale amministrazione. (vv)