Siria: civili in fuga in Libano. La Caritas: rischio catastrofe umanitaria
L’area di confine tra la Siria e il Libano rischia la catastrofe umanitaria: a lanciare
l’allarme è il presidente della Caritas del Libano, padre Simon Faddoul, che racconta
all'agenzia AsiaNews la sua esperienza di questi giorni. Il conflitto che devasta
la Siria da un anno e che ha coinvolto praticamente tutte le principali città, ha
spinto molti siriani a fuggire, in un primo momento verso la frontiera con la Turchia,
molto più accessibile. L’inasprimento della guerra a Homs e Daraa, però, ha causato
nell’ultimo periodo un forte movimento di persone dalla Siria verso il Libano, nonostante
il confine attraversi l’impervia valle di Bekaa dove ci sono picchi molto alti e dove
la temperatura scende facilmente sotto lo zero. “Molti arrivano in condizioni critiche,
sono malati o traumatizzati – racconta il sacerdote – sono soprattutto donne e bambini,
terrorizzati dalla sorte dei loro mariti e figli maschi rimasti in patria a difendere
le loro abitazioni”. La Caritas è stata tra le prime organizzazioni a mobilitarsi,
ma raggiungere l’area di confine tra i due Paesi è impresa ardua a causa della distruzione
del ponte sul fiume Oronte, che ha reso difficoltosa anche la fuga di molti profughi.
Tuttavia, la Caritas ha finora soccorso oltre 300 famiglie, distribuito più di 500
coperte e diversi quintali di cibo e beni di prima necessità, e ha potuto contare
anche sulla collaborazione della popolazione locale che ha aperto le porte delle proprie
case. (R.B.)