Schiavitù infantile nel mondo: 800 mila bambini sfruttati nel lavoro nero
800mila bambini in tutto il mondo lavorano per intere giornate, sottoponendosi a rischi
di ogni genere e a fatiche insopportabili per la loro giovane età. Secondo il Camino
Juvenil Solidario di Madrid, questa cifra risponde tuttavia a statistiche poco attendibili.
Nonostante Stati Uniti e Somalia siano gli unici Paesi del mondo a non avere ancora
ratificato la Convenzione sui diritti del bambino, questi piccoli lavorano nei campi,
senza orari ed esposti alla inalazione di pesticidi chimici tossici. Sono impiegati
- riferisce l'agenzia Fides - nella produzione di capi di abbigliamento, nella piegatura
e imbustamento nei laboratori di cucito a New York, nella raccolta di peperoni nel
New Mexico, di fagioli in Florida, di cetrioli in Michigan, di peperoni verdi in Tennessee,
di mele a New York, di uva in California, di funghi in Pennsylvania, di pesche in
Illinois e di sorgo in Texas. In altri Paesi come la Thailandia, oltre il 12% lavora
nei campi, gli altri nell’allevamento di gamberetti e nella pesca, vengono sfruttati
nella prostituzione o come servitù domestica. In Ecuador, da un rapporto del governo,
risultano 367 mila minori tra i 5 e e 14 anni di età sfruttati nel lavoro nero: prostituzione,
accattonaggio, schiavitù domestica. A Piura, in Perú, il 38% dei minori di 14 anni
lavora nelle miniere di Suyo, con rischi enormi. Altrettanto allarmanti sono i dati
dello sfruttamento minorile nel Dipartimento di Meta, in Colombia, dove oltre il 18%
dei bambini viene usato nel lavoro nero. Circa il 30% dei minori sono stati “tentati”
di entrare a far parte di bande armate o della rete della prostituzione. Oltre il
70% abbandona gli studi per lavorare. (R.P.)