Sudafrica: sciopero di massa contro il precariato e pedaggi autostradali
Circa 100 mila manifestanti sono scesi nelle strade di 32 diverse città del Sudafrica.
Il Cosatu, il sindacato confederale del Paese che ha organizzato la protesta, si oppone
all’introduzione di pedaggi sui nuovi tratti autostradali che collegano Johannesburg
alla capitale Pretoria. Ma le tensioni sono alte per molte altre ragioni, tra le quali
il precariato. Massimo Pittarello ha chiesto a Raffaella Chiodo, giornalista
attivista per i diritti umani in Sudafrica dai tempi dell’Apartheid, quali siano le
questioni in gioco:
R. – La manifestazione
viene dopo una serie di manifestazioni e di scioperi, nel senso che il sindacato confederale
(Cosat) ha promosso questa manifestazione non tanto contro i pedaggi autostradali,
ma per tutta una serie di questioni, che poi in qualche modo si vanno a collegare
anche alla questione del pedaggio autostradale. Oggi, pare sempre più evidente che
la parte più povera della popolazione rimane un po’ più ai margini dell’accesso ai
servizi. In generale, è una questione che riguarda elementi di discriminazione economica
che si vanno a sommare ad altri.
D. – Qualcuno già paragona queste proteste
a quelle contro l’apartheid...
R. – Purtroppo, ai tempi dell’apartheid le manifestazioni
sono finite nel sangue e i paragoni con quella pagina di storia li eviterei. Sicuramente,
c’è stata una grande mobilitazione, ma non è il pedaggio autostradale la causa di
essa, bensì – al centro – c’è la questione della “labour broker”, che è una forma
di agenzia di lavoro interinale. (ap)