2012-03-08 08:57:31

Rwanda: l’impegno della Chiesa nella lotta alle violenze contro le donne


La Chiesa in Rwanda e la Polizia di Stato ruandese hanno siglato un importante accordo di collaborazione per intensificare la lotta alle violenze contro le donne. L’accordo – riferisce l’agenzia cattolica africana Cisa - giunge a due anni dal lancio di un programma triennale promosso dalla Chiesa locale e finanziato dall’Unione Europea e dalla Caritas Internationalis per sensibilizzare l’opinione pubblica sul fenomeno e garantire assistenza sanitaria e legale alle vittime, in linea con quanto richiesto dalla risoluzione 1325 dell’Onu nella parte che riguarda la protezione delle donne e delle ragazze contro la violenza di genere durante e dopo i conflitti armati. Il programma ha già dato risultati significativi, anche se resta ancora molto da fare, come ha sottolineato il coordinatore del programma mons. Servilien Nzakamwita, vescovo di Byumba, a un incontro con le autorità di polizia rwandesi a Kacyriru: “Ci sono persone che non sanno neanche che esiste una legge che punisce i responsabili di violenze di genere, mentre altre non sanno a chi rivolgersi per chiedere aiuto”, ha rilevato il presule, denunciando che alcune vittime non ricevono l’assistenza necessaria e diversi colpevoli non vengono assicurati alla giustizia, perché protetti da funzionari pubblici che li aiutano a fuggire, senza contare i casi di corruzione. “Le violenze di genere esistono ancora e siamo impegnati a difendere i diritti delle vittime perché giustizia sia fatta”, ha concluso mons. Nzakamwita. Come evidenziano i dati Onu e di altre organizzazioni internazionali, uomini e donne sono colpiti in modo diverso durante i conflitti armati, essendo queste ultime più vulnerabili alla violenza fisica, alle intimidazioni e alle discriminazioni, mentre gli uomini rischiano piuttosto di essere arruolati nei gruppi militari o uccisi. La tutela delle donne e delle ragazze contro la violenza di genere, in particolare contro lo stupro, nelle situazioni di emergenza è solo uno dei punti affrontati dalla risoluzione 1325 del 2000. L’obiettivo generale della risoluzione è di promuove la piena partecipazione delle donne nella prevenzione dei conflitti, nel mantenimento della pace e nella ricostruzione delle comunità devastate dalla guerra. (L.Z.)







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