“La Voce Umana” di Paolo Di Nicola, in onda venerdì 9 marzo alle ore 21:00 sul V canale
della Radio Vaticana (con replica il 10 marzo alle 4:00), propone una serie di ascolti
che per tema hanno il linguaggio operistico. I librettisti del teatro lirico fanno
dire ai personaggi parole a effetto e adottano regole grammaticali poco ortodosse
per creare “effetti speciali” (come si direbbe oggi), che stupisco e colpiscono l’ascoltatore
secondo l’estetica e la poetica del meraviglioso del teatro barocco, che era a fondamento
dell’opera stessa. Ci sono opere, infatti, dove si usano parole desuete: “nappo” per
dire calice, “ferro” e “foglio” per riferirsi a una spada e a una lettera; così come
ce ne sono altre dove le frasi hanno il verbo alla fine come in latino oppure dove
la costruzione sintattica classica “soggetto–verbo–predicato” viene puntualmente disattesa.
Questi esempi, e ancora altri, si trovano in melodrammi del repertorio classico italiano
come «Norma» di Vincenzo Bellini, «Il trovatore» di Giuseppe Verdi, «La Gioconda»
di Amilcare Ponchielli e «Otello» di Gioachino Rossini. Da queste opere e altre ancora
deriveranno gli ascolti della “Voce Umana” del 9 marzo, tra i quali troverà spazio
anche un esempio tratto da «La Bohème» di Giacomo Puccini, un esempio di teatro operistico
moderno, che sarà arricchito dal racconto di come il compositore lucchese arrivò a
trovare le parole del seducente valzer che fa cantare a Musetta alla fine del secondo
atto.