2012-03-08 12:39:29

Le parole del melodramma


“La Voce Umana” di Paolo Di Nicola, in onda venerdì 9 marzo alle ore 21:00 sul V canale della Radio Vaticana (con replica il 10 marzo alle 4:00), propone una serie di ascolti che per tema hanno il linguaggio operistico. I librettisti del teatro lirico fanno dire ai personaggi parole a effetto e adottano regole grammaticali poco ortodosse per creare “effetti speciali” (come si direbbe oggi), che stupisco e colpiscono l’ascoltatore secondo l’estetica e la poetica del meraviglioso del teatro barocco, che era a fondamento dell’opera stessa. Ci sono opere, infatti, dove si usano parole desuete: “nappo” per dire calice, “ferro” e “foglio” per riferirsi a una spada e a una lettera; così come ce ne sono altre dove le frasi hanno il verbo alla fine come in latino oppure dove la costruzione sintattica classica “soggetto–verbo–predicato” viene puntualmente disattesa. Questi esempi, e ancora altri, si trovano in melodrammi del repertorio classico italiano come «Norma» di Vincenzo Bellini, «Il trovatore» di Giuseppe Verdi, «La Gioconda» di Amilcare Ponchielli e «Otello» di Gioachino Rossini. Da queste opere e altre ancora deriveranno gli ascolti della “Voce Umana” del 9 marzo, tra i quali troverà spazio anche un esempio tratto da «La Bohème» di Giacomo Puccini, un esempio di teatro operistico moderno, che sarà arricchito dal racconto di come il compositore lucchese arrivò a trovare le parole del seducente valzer che fa cantare a Musetta alla fine del secondo atto.








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