2012-03-08 11:36:02

Hong Kong: il neo cardinale Tong chiede di pregare per il dialogo Vaticano-Cina


L’Evangelizzazione, la promozione delle vocazioni dei sacerdoti e dei religiosi/e, la cura dei cattolici non cinesi della diocesi e la Chiesa in Cina: sono i quattro impegni pastorali fondamentali della diocesi di Hong Kong indicati dal neo cardinale John Tong, durante la Messa di ringraziamento per la nomina a cardinale, che ha celebrato il 3 marzo nella cattedrale dedicata all’Immacolata Concezione. Secondo quanto riferisce l'agenzia Fides, hanno concelebrato mons. John Hung, arcivescovo di Taiwan e presidente della Conferenza episcopale regionale di Taiwan: mons. José Lai, vescovo di Macao; mons. Paul Russell, incaricato d’Affari della Santa Sede presso Taiwan; il cardinale Joseph Zen, vescovo emerito di Hong Kong, e un centinaio di sacerdoti. Hanno preso parte alla celebrazione un migliaio di fedeli, oltre ai pastori della Chiesa Anglicana e Protestante di Hong Kong. Durante la celebrazione il neo porporato ancora una volta ha ribadito l'importanza della Chiesa del territorio come "Chiesa ponte" e ha chiesto ai fedeli di pregare per la riapertura dei dialoghi fra Cina e Vaticano. Grazie al suo ruolo di " Chiesa ponte", la comunità di Hong Kong aiuta la Chiesa in Cina ad avere una migliore formazione, a riconciliarsi all'interno e giungere alla piena comunione con il Papa e con la Chiesa universale, facendo questo in modo "prudente e discreto". Il 2 marzo - riferisce l'agenzia AsiaNews - il nuovo cardinale, incontrando i media, ha dichiarato di aver parlato con alcune personalità del govenro cinese ed aver sottolineato l'importanza dello scambio e del dialogo. La Cina - ha spiegato - si muove verso una sempre più grande libertà economica, ma la sua politica religiosa è ancora chiusa. Nonostante ciò, egli è ottimista sia riguardo la Cina che per la libertà religiosa. "Se ai cattolici in Cina viene data piena libertà religiosa anche nelle attività - ha sottolineato - non solo essi potrebbero contribuire con più frutto al benessere della società, ma farebbero guadagnare alla loro patria una reputazione più alta nella comunità internazionale". Per la diocesi di Hong Kong, egli ha detto che la Chiesa è impegnata a "stabilire una società che rispetti i diritti umani, con una speciale cura per i deboli e gli emarginati", come è evidente dalla dichiarazione pubblicata il 19 febbraio scorso, in cui egli ha espresso la speranza per un pieno sviluppo democratico del territorio e una più solida politica a favore della società. Il cardinale Tong ha parlato anche della necessità di celebrare una Messa in lingua inglese in ogni parrocchia, per dare la massima attenzione pastorale ai lavoratori stranieri immigrati. Secondo il cardinale “un terzo dei 540 mila cattolici di Hong Kong non sono cinesi, e sono soprattutto collaboratori domestici filippini. Attualmente 35 parrocchie su 51 offrono la Messa domenicale in inglese. Ma ogni parrocchia deve avere una Messa in inglese per rispondere alle esigenze sprituali dei lavoratori immigrati. Se per qualche parrocchia è impossibile, almeno offra le strutture della chiesa o della scuola cattolica per la celebrazione religiosa degli immigrati”. (R.P.)







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