2012-03-08 15:55:47

Gli Etruschi in mostra ad Asti, la presentazione ai Musei Vaticani


Una mostra per far luce sul rapporto storico culturale tra il mediterraneo orientale e il mondo etrusco. Si tratta di “Etruschi. L’ideale eroico e il vino lucente”, un’esposizione presentata oggi ai Musei Vaticani e allestita dal 17 marzo al 15 luglio 2012 a Palazzo Mazzetti ad Asti. 300 gli oggetti offerti al pubblico, provenienti dai Musei Vaticani e dalle principali raccolte archeologiche italiane. Tra questi spicca l’elmo crestato villanoviano in bronzo, simbolo del primo contatto tra la civiltà etrusca e la comunità della valle del Tanaro, ritrovato a fine Ottocento nelle acque del fiume che bagna Asti. Al microfono di Paolo Ondarza uno dei curatori della mostra Alessandro Mandolesi: RealAudioMP3

R. - In qualche misura, si può parlare di Etruschi anche in Piemonte. Noi sappiamo che nella fase più antica dei primi Etruschi, tra il IX e l’VIII secolo Avanti Cristo, in quella che noi chiamiamo la fase “Villanoviana”, c’è una grande espansione, legata ad un interesse soprattutto di tipo commerciale. Si volevano aprire nuovi sbocchi soprattutto verso l’Europa. In qualche misura, gli Etruschi costituiscono una sorta di cerniera culturale fra il Mediterraneo orientale e l’Europa celtica di quel periodo. L’idea di fare una mostra ad Asti, si lega ad un ritrovamento importante: un elmo del periodo villanoviano in bronzo, un oggetto di prestigio, un dono, un omaggio fatto da un principe villanoviano a un capo indigeno locale. In quell’epoca, il Piemonte e la Liguria erano occupate dall’antica popolazione dei liguri, una sorta di Celti. Questo elmo è stato donato probabilmente in cambio di favori commerciali, di aperture di nuovi mercati verso la Pianura Padana.

D. - L’elmo, insieme alla ricomposizione di un’importante tomba rappresentano gli elementi più prestigiosi della mostra…

R. - La tomba della Scrofa nera è un sepolcro del V secolo a.C., che per motivi conservativi fu strappato dalle pareti originali e rimontato su alcuni telai. Un pezzo che purtroppo finora è rimasto nei depositi dei musei di Tarquinia, e che abbiamo l’onore di portare ad Asti e ricomporre. Quindi il visitatore avrà l’occasione di entrare in un sepolcro etrusco pur trovandosi lontano chilometri dall’Etruria e soprattutto osservare la suggestiva immagine del banchetto, una delle iconografie più famose della pittura etrusca.


D. - Tra i 300 oggetti, la maggior parte dei quali prestati dai Musei Vaticani, ve ne sono alcuni che non sono mai stati proposti al grande pubblico…


R. - Esatto. Dobbiamo veramente ringraziare i Musei Vaticani, perché abbiamo avuto modo di esporre degli oggetti sconosciuti ai più, ma di altissimo valore.

D. - Titolo dell’esposizione è “L’ideale eroico e il vino lucente”…

R. – Stiamo parlando di una delle fasi più antiche della civiltà etrusca. E’ l’epoca in cui si diffondono i poemi omerici: le aristocrazie bramose di ostentare il proprio potere, ma anche la propria ricchezza, si rifanno a quello che ci narra Omero, quindi si circondano di oggetti tipici del mondo omerico. Penso agli elmi, alle spade, agli armamenti in generale. “L’ideale eroico” si lega a questo aspetto. Anche “il vino lucente” come definizione è omerica, e si rifà al vino con il quale si spegneva sostanzialmente il rogo funebre. Pensiamo al rogo di Patroclo, al rogo di Ettore.

D. - Attraverso oggetti di varia natura viene indagata la vita quotidiana degli Etruschi, di una civiltà lontana, che però si presenta come molto vicina a noi, alle nostre abitudini. Pensiamo alla cura della persona, all’attività sportiva, aspetti tutti indagati dalla mostra…

R. - Assolutamente. Queste pratiche, questi costumi etruschi, li ritroviamo ancora oggi: la cura del corpo così come la bellezza femminile… In mostra avremo una serie di unguenti, elementi legati alla cosmesi, ricreati. La gente potrà toccare e provare queste tradizioni e avvicinarsi ai canoni estetici dell’antichità. Quindi c’è spazio per l’aspetto della cura del corpo, per l’aspetto dell’atletismo, della cura del fisico, che deriva sicuramente dall’idea delle palestre greche. In mostra anche le armi più avanzate del periodo etrusco, così come aspetti legati alle cerimonie, ai rituali, ai banchetti. (bi)








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