Il Sudafrica a 100 anni dalla nascita dell’African National Congress
L’African National Congress di Nelson Mandela ha compiuto 100 anni, ricordando al
mondo la battaglia contro l’apartheid che ha fatto del Sudafrica un Paese simbolo.
In questi giorni, si è riparlato del movimento divenuto partito perché ha decretato
l’espulsione di Julius Malema, considerato il leader "ribelle" della Lega giovanile.
Si avverte un braccio di ferro interno tra alcune anime del partito e la leadership
del presidente Zuma. In tutto questo, l’apprensione per le condizioni di salute del
Premio Nobel, Mandela. Ma come si presenta oggi il Sudafrica, a 100 anni dalla nascita
dell’Anc? Fausta Speranza ha intervistato l’africanista Aldo Pigoli,
docente all’Università Cattolica di Milano:
R. – Come ogni
data simbolica, c’è una forte carica emotiva, evidentemente. L’Anc ha una storia lunghissima,
una storia anche differenziata, che ha vissuto varie fasi. E’ un soggetto che ha attraversato
la vera storia del Sudafrica che non è solo la storia dell’apartheid: è la
storia di come l’apartheid è nato, di come è stato vissuto e di come è terminato.
D.
– Oggi però, qual è la condizione dei bianchi e dei neri in Sudafrica?
R. –
La condizione dei bianchi e dei neri in Sudafrica è quella di due popolazioni che
ancora sono separate, ancora sono distinte dal punto di vista socio-economico e dal
punto di vista politico. Socio-economico perché, nonostante l’evoluzione degli ultimi
decenni, la ricchezza è ancora nelle mani di una parte della popolazione bianca e
l’accesso alla ricchezza da parte della popolazione nera è tuttora limitato o frammentato.
Dal punto di vista politico, al contrario, la leadership dell’Anc – che è al potere
dagli anni ’90 – attraverso una serie di misure di politiche economiche e di decisioni
ha cercato di ribaltare la situazione di disparità di trattamento che c’era nel periodo
dell’apartheid. Chiaramente, ha cercato di compensare e recuperare il terreno perso,
creando una serie di modalità diverse di accesso, ad esempio, alle cariche pubbliche,
alle cariche amministrative o al mercato del lavoro, che viene regolamentato ed è
stato regolamentato per far beneficiare maggiormente la popolazione nera, che fino
ai decenni scorsi era fondamentalmente esclusa da tutta una serie di aree e di attività
economiche e chiaramente politiche.
D. – Diciamo che la storia dell’African
National Congress prosegue e tanti obiettivi devono ancora essere perseguiti, nel
senso che non è stato raggiunto un vero equilibrio nella società del Sudafrica…
R.
– E’ un percorso complesso. L’Anc ha anche una memoria storica molto forte, è un soggetto
che è nato in un contesto storico particolare e si è sviluppato durante l’apartheid
come movimento politico e militare di contrasto alla leadership bianca, e parallelamente,
come simbolo dell’emancipazione nera nel continente africano, in anni dove la presenza
bianca e il colonialismo e il neocolonialismo erano ancora forti. L’Anc deve trasformare
il suo interno in realtà democratica e aperta a tutte le componenti. E’ di questi
giorni la notizia, ad esempio, dell’allontanamento dal partito di Julius Malema, che
è leader dello Youth League, del gruppo giovani dell’African National Congress: lui
è un po’ il simbolo di questa spaccatura e diversificazione che è in corso da anni
all’interno dell’Anc e di questa difficoltà di integrare le varie anime. Bisogna tenere
presente che le prossime generazioni saranno sempre più lontane dal periodo dell’apartheid
e quindi avranno un retaggio culturale, storico, ma non avranno personalmente vissuto
l’apartheid. Quindi, bisognerà capire che tipo di Sudafrica vorranno e che tipo di
Anc vorranno e, quindi, di governo.
D. – Prof. Pigoli, Nelson Mandela è simbolo
non solo per il Sudafrica e per l’Africa, ma anche per il mondo intero di un certo
tipo di battaglia…
R. – Mandela è sicuramente un elemento, il collante della
cosiddetta “rainbow nation” la nazione arcobaleno: quel fenomeno straordinario che
è stato il passaggio dall’epoca dell’apartheid a una fase di transizione che non è
stata violenta. E’ stata una fase caratterizzata da un grande processo di osmosi all’interno
della popolazione, fatto di perdono, fatto di cancellazione della parte negativa del
ricordo dell’apartheid e quindi di un successo vero e proprio. Tanto che è un esempio
a livello mondiale di come si possano superare tragedie come quella dell’apartheid.
(bf)