2012-03-07 15:23:02

Il Sudafrica a 100 anni dalla nascita dell’African National Congress


L’African National Congress di Nelson Mandela ha compiuto 100 anni, ricordando al mondo la battaglia contro l’apartheid che ha fatto del Sudafrica un Paese simbolo. In questi giorni, si è riparlato del movimento divenuto partito perché ha decretato l’espulsione di Julius Malema, considerato il leader "ribelle" della Lega giovanile. Si avverte un braccio di ferro interno tra alcune anime del partito e la leadership del presidente Zuma. In tutto questo, l’apprensione per le condizioni di salute del Premio Nobel, Mandela. Ma come si presenta oggi il Sudafrica, a 100 anni dalla nascita dell’Anc? Fausta Speranza ha intervistato l’africanista Aldo Pigoli, docente all’Università Cattolica di Milano:RealAudioMP3

R. – Come ogni data simbolica, c’è una forte carica emotiva, evidentemente. L’Anc ha una storia lunghissima, una storia anche differenziata, che ha vissuto varie fasi. E’ un soggetto che ha attraversato la vera storia del Sudafrica che non è solo la storia dell’apartheid: è la storia di come l’apartheid è nato, di come è stato vissuto e di come è terminato.

D. – Oggi però, qual è la condizione dei bianchi e dei neri in Sudafrica?

R. – La condizione dei bianchi e dei neri in Sudafrica è quella di due popolazioni che ancora sono separate, ancora sono distinte dal punto di vista socio-economico e dal punto di vista politico. Socio-economico perché, nonostante l’evoluzione degli ultimi decenni, la ricchezza è ancora nelle mani di una parte della popolazione bianca e l’accesso alla ricchezza da parte della popolazione nera è tuttora limitato o frammentato. Dal punto di vista politico, al contrario, la leadership dell’Anc – che è al potere dagli anni ’90 – attraverso una serie di misure di politiche economiche e di decisioni ha cercato di ribaltare la situazione di disparità di trattamento che c’era nel periodo dell’apartheid. Chiaramente, ha cercato di compensare e recuperare il terreno perso, creando una serie di modalità diverse di accesso, ad esempio, alle cariche pubbliche, alle cariche amministrative o al mercato del lavoro, che viene regolamentato ed è stato regolamentato per far beneficiare maggiormente la popolazione nera, che fino ai decenni scorsi era fondamentalmente esclusa da tutta una serie di aree e di attività economiche e chiaramente politiche.

D. – Diciamo che la storia dell’African National Congress prosegue e tanti obiettivi devono ancora essere perseguiti, nel senso che non è stato raggiunto un vero equilibrio nella società del Sudafrica…

R. – E’ un percorso complesso. L’Anc ha anche una memoria storica molto forte, è un soggetto che è nato in un contesto storico particolare e si è sviluppato durante l’apartheid come movimento politico e militare di contrasto alla leadership bianca, e parallelamente, come simbolo dell’emancipazione nera nel continente africano, in anni dove la presenza bianca e il colonialismo e il neocolonialismo erano ancora forti. L’Anc deve trasformare il suo interno in realtà democratica e aperta a tutte le componenti. E’ di questi giorni la notizia, ad esempio, dell’allontanamento dal partito di Julius Malema, che è leader dello Youth League, del gruppo giovani dell’African National Congress: lui è un po’ il simbolo di questa spaccatura e diversificazione che è in corso da anni all’interno dell’Anc e di questa difficoltà di integrare le varie anime. Bisogna tenere presente che le prossime generazioni saranno sempre più lontane dal periodo dell’apartheid e quindi avranno un retaggio culturale, storico, ma non avranno personalmente vissuto l’apartheid. Quindi, bisognerà capire che tipo di Sudafrica vorranno e che tipo di Anc vorranno e, quindi, di governo.

D. – Prof. Pigoli, Nelson Mandela è simbolo non solo per il Sudafrica e per l’Africa, ma anche per il mondo intero di un certo tipo di battaglia…

R. – Mandela è sicuramente un elemento, il collante della cosiddetta “rainbow nation” la nazione arcobaleno: quel fenomeno straordinario che è stato il passaggio dall’epoca dell’apartheid a una fase di transizione che non è stata violenta. E’ stata una fase caratterizzata da un grande processo di osmosi all’interno della popolazione, fatto di perdono, fatto di cancellazione della parte negativa del ricordo dell’apartheid e quindi di un successo vero e proprio. Tanto che è un esempio a livello mondiale di come si possano superare tragedie come quella dell’apartheid. (bf)







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