Violenza in Nigeria: 45 vittime in scontri interetnici
Ancora sanguinose violenze in Nigeria: 45 persone tra cui donne e bambini hanno perso
la vita nelle ultime 24 ore, nello Stato federato centrale del Beneu, dove sono stati
dati alle fiamme centinaia di ettari di terreno. Secondo testimoni si tratterebbe
di scontri interetnici tra la tribù dei Tiv e quella dei Fulani che vivono nella regione,
ma non si esclude la mano della setta radicale islamica dei "Boko Haram". Per un commento,
Cecilia Seppia ha sentito Massimo Alberizzi esperto di questioni africane
del "Corriere della Sera":
R. – Questo
sembra essere diverso dai precedenti attacchi. In realtà, sembra essere veramente
un attacco interetnico, dovuto ad interessi economici. Infatti, i Fulani sono dei
pastori nomadi che popolano il Nord di questi Paesi: della Nigeria, del Ghana, della
Costa d’Avorio, arrivando fino in Mauritania. Essendo pastori sono sempre alla ricerca
di nuovi pascoli. A Sud ci sono i musulmani, ma non sono in maggioranza, ci sono anche
molti Fulani che sono cristiani e altrettanto i Tiv, che però sono invece dei contadini.
D.
– Potrebbe esserci, comunque, una violenza aizzata dalla setta radicale islamica dei
"Boko Haram", anche questa volta, o è da escludere a priori?
R. – No, non si
può mai escludere niente e mai confermare niente se non ci sono prove, in effetti.
Devo dire che non sembra che ci siano, proprio perché queste due etnie non sono omogenee,
religiosamente parlando. Quindi sarebbero molto difficili scontri aizzati dai "Boko
Haram". Però c’è da dire anche che gli scontri si possono aizzare non solo per motivi
religiosi...
D. – E' pur vero che nel Paese c’è il caos totale: la gente ha
paura, dal Nord sta fuggendo verso il Sud, quindi questo attacco odierno si aggiunge
ad una situazione già grave, che fa quasi gioco forza ai miliziani di "Boko Haram"?
R.
– Sì, certo, ma direi che storicamente è una storia che viene da lontano. Questo Paese
ricchissimo ha 120 milioni di abitanti, la distribuzione delle ricchezze non è equa
e pochissime famiglie si impadroniscono della ricchezza; la gente sta male, è povera
ed è sempre in condizioni di povertà estrema. A questo punto c’è uno scontro che può
prendere la religione come pretesto. Anche i "Boko Haram" sfruttano, utilizzano la
religione. Le classi più diseredate, infatti, sono sensibili a quello che dice "Boko
Haram", le promesse che fa, le promesse anche dopo la morte. Quando uno è disperato
ovviamente si comporta disperatamente e cerca in qualche modo di uscire dal suo stato
di disperazione. (ap)