Usa-Israele: strategie allo studio per fermare il nucleare iraniano
Pieno sostegno degli Stati Uniti a Israele contro la minaccia dell’Iran di dotarsi
dell’arma atomica. E’ quanto è emerso ieri dall’incontro a Washington tra il presidente
americano, Obama, e il premier israeliano, Netanyahu. Ma a fronte di questo generico
appoggio, il capo della Casa Bianca e il leader ebraico hanno messo in luce evidenti
diversità nella strategia da adottare contro la Repubblica islamica. Intanto, Teheran
stamani ha dato l’assenso agli osservatori dell’Aiea, l’agenzia dell’Onu per l’energia
atomica, a visitare il sito nucleare di Parchin. Dopo l’incontro di Washington, come
potrà cambiare l’atteggiamento di Stati Uniti e Israele nei confronti dell’Iran? Giancarlo
La Vella ne ha parlato con Paolo Mastrolilli, americanista de La Stampa,
raggiunto telefonicamente a New York:
R. - Adesso,
la questione fondamentale è capire quali siano le “red lines”, i confini che praticamente
l’Iran non deve oltrepassare per evitare che scatti un’azione militare. Da questo
punto di vista, Stati Uniti e Israele sembrano avere ancora delle posizioni diverse:
Washington pensa che le sanzioni economiche e la pressione diplomatica possa ancora
avere un effetto per convincere gli iraniani a cercare di non costruire l’arma atomica,
mentre per gli israeliani è importante che l’Iran non arrivi neanche alla condizione
di poterla costruire. E’ su questa divergenza che si gioca il rapporto fra Stati Uniti
e Israele sulla questione e gli sviluppi futuri su questa crisi.
D. - Un eventuale
attacco armato nei confronti dell’Iran non sarebbe un passo eccessivo di fronte alla
mancanza di una prova provata che la Repubblica islamica stia realmente utilizzando
il nucleare a scopi militari e non civili, come invece ha sempre affermato?
R.
- Questa probabilmente è la questione fondamentale che divide ancora gli Stati Uniti
e Israele. Ma, naturalmente, anche per Washington un Iran in possesso dell’arma atomica
non è accettabile e quindi, se l’amministrazione Obama arrivasse alla conclusione,
attraverso il lavoro della sua intelligence, che effettivamente l’Iran ha deciso
di procedere con la costruzione della bomba atomica - che è in grado di farlo e che
lo sta facendo - probabilmente a quel punto anche per gli Stati Uniti un intervento
militare - se la diplomazia fallisse nel cercare di impedire questo sviluppo - diventerebbe
inevitabile. (mg)