Siria. Migliaia di rifugiati fuggono in Siria. Gli Usa: isolare il regime
Un cessate-il-fuoco umanitario, la liberazione di persone detenute arbitrariamente
e l’astensione da ogni violenza. C'è questo al centro di una nuova bozza di risoluzione
sulla crisi siriana che, elaborata dagli Stati Uniti, circola in queste ore al Consiglio
di sicurezza dell’Onu, ma trova ancora l’opposizione della Russia. Intanto, non si
arresta l’emorragia di profughi siriani verso il Libano: il regime starebbe bombardando
anche le vie di fuga, intorno alla città di Homs. Escluso per ora l'intervento militare,
il regime va isolato ostiene Washington. Il servizio di Gabriella Ceraso:
Troppi i civili
coinvolti, troppo scarso l’accesso ai servizi sanitari e al cibo: il governo siriano
deve proteggere il suo popolo e le forze di opposizione astenersi dalle violenze.
Come anticipato la settimana scorsa, trapelano oggi le linee della nuova bozza a firma
Usa che include anche la cooperazione con l’Onu e la Lega Araba nella persona di Kofi
Annan, che sarà a Damasco il 10 marzo prossimo. Ma Mosca fa ancora muro: il testo
non è equilibrato – sostiene il viceministro degli esteri Gatilov – nonostante la
pressione di Ue e Stati Uniti. Il prof. Massimiliano Cricco, esperto di area
mediorientale all’Università di Urbino:
“Sicuramente la politica di Putin
sarà più accorta adesso anche per via delle accuse di brogli, ma è logico che gli
indirizzi strategici sulla Siria e sull’Iran si mantengono. Putin ha anche dichiarato
che non vuole nessun ‘effetto Libia’, anche se poi in realtà in Siria di parla di
un colpo di Stato dall’interno di matrice sunnita, con il beneplacito della Russia.
Ovviamente, tutto questo ha un percorso ancora non ben chiaro. Nel frattempo, Putin
non fa mistero di continuare ad appoggiare il regime siriano”.
Anche la
Turchia incita la pressione della comunità internazionale per trovare corridoi umanitari.
La situazione, infatti, sta degenerando. L’ambasciatore britannico in Siria descrive
le condizioni della città di Homs come quelle di una "mini Stalingrado", con violenze
peggiori di quelle che l’Occidente può immaginare e crede che il regime di Assad cadrà
entro la fine dell’anno. Ancora il prof. Cricco:
“Realisticamente è possibile.
Gli stessi siriani si preparano – diciamo – a una caduta del regime, che ormai è diventato
sanguinario. Addirittura, anche il leader Hezbollah, Nasrallah, è pronto praticamente
a una caduta del regime di Assad. A questo punto, bisognerà vedere chi raccoglierà
realmente le redini del potere”.
Oggi, sotto assedio il centro e il sud
siriano, le province di Deraa e di Hama in particolare. Ma a preoccupare è soprattutto
l’emorragia di profughi: l’Onu ne registra più di 1500, in maggioranza donne e bambini,
solo nel vicino Libano nelle ultime 48 ore; più di 7.000 dall’inizio del conflitto.
Anche su loro sembra accanirsi l’armata siriana che sta bombardando – secondo la testimonianze
di un’Ong locale – le vie di fuga della città di Homs. “Assad pagherà per questa carneficina”
dice la Turchia:
“Addirittura, in una recente intervista c’è questo miliardario
siriano, che è il cugino di Assad, che ribadisce che il regime è pronto a tutto, anche
alla guerra contro il suo popolo, che viene visto come l’oppositore principale: quindi
si parla di guerra civile”. (mg)