2012-03-06 15:14:50

Siria. Migliaia di rifugiati fuggono in Siria. Gli Usa: isolare il regime


Un cessate-il-fuoco umanitario, la liberazione di persone detenute arbitrariamente e l’astensione da ogni violenza. C'è questo al centro di una nuova bozza di risoluzione sulla crisi siriana che, elaborata dagli Stati Uniti, circola in queste ore al Consiglio di sicurezza dell’Onu, ma trova ancora l’opposizione della Russia. Intanto, non si arresta l’emorragia di profughi siriani verso il Libano: il regime starebbe bombardando anche le vie di fuga, intorno alla città di Homs. Escluso per ora l'intervento militare, il regime va isolato ostiene Washington. Il servizio di Gabriella Ceraso:RealAudioMP3

Troppi i civili coinvolti, troppo scarso l’accesso ai servizi sanitari e al cibo: il governo siriano deve proteggere il suo popolo e le forze di opposizione astenersi dalle violenze. Come anticipato la settimana scorsa, trapelano oggi le linee della nuova bozza a firma Usa che include anche la cooperazione con l’Onu e la Lega Araba nella persona di Kofi Annan, che sarà a Damasco il 10 marzo prossimo. Ma Mosca fa ancora muro: il testo non è equilibrato – sostiene il viceministro degli esteri Gatilov – nonostante la pressione di Ue e Stati Uniti. Il prof. Massimiliano Cricco, esperto di area mediorientale all’Università di Urbino:

“Sicuramente la politica di Putin sarà più accorta adesso anche per via delle accuse di brogli, ma è logico che gli indirizzi strategici sulla Siria e sull’Iran si mantengono. Putin ha anche dichiarato che non vuole nessun ‘effetto Libia’, anche se poi in realtà in Siria di parla di un colpo di Stato dall’interno di matrice sunnita, con il beneplacito della Russia. Ovviamente, tutto questo ha un percorso ancora non ben chiaro. Nel frattempo, Putin non fa mistero di continuare ad appoggiare il regime siriano”.

Anche la Turchia incita la pressione della comunità internazionale per trovare corridoi umanitari. La situazione, infatti, sta degenerando. L’ambasciatore britannico in Siria descrive le condizioni della città di Homs come quelle di una "mini Stalingrado", con violenze peggiori di quelle che l’Occidente può immaginare e crede che il regime di Assad cadrà entro la fine dell’anno. Ancora il prof. Cricco:

“Realisticamente è possibile. Gli stessi siriani si preparano – diciamo – a una caduta del regime, che ormai è diventato sanguinario. Addirittura, anche il leader Hezbollah, Nasrallah, è pronto praticamente a una caduta del regime di Assad. A questo punto, bisognerà vedere chi raccoglierà realmente le redini del potere”.

Oggi, sotto assedio il centro e il sud siriano, le province di Deraa e di Hama in particolare. Ma a preoccupare è soprattutto l’emorragia di profughi: l’Onu ne registra più di 1500, in maggioranza donne e bambini, solo nel vicino Libano nelle ultime 48 ore; più di 7.000 dall’inizio del conflitto. Anche su loro sembra accanirsi l’armata siriana che sta bombardando – secondo la testimonianze di un’Ong locale – le vie di fuga della città di Homs. “Assad pagherà per questa carneficina” dice la Turchia:

“Addirittura, in una recente intervista c’è questo miliardario siriano, che è il cugino di Assad, che ribadisce che il regime è pronto a tutto, anche alla guerra contro il suo popolo, che viene visto come l’oppositore principale: quindi si parla di guerra civile”. (mg)







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