In un libro la storia di suor Emmanuelle, l'angelo fra le bidonville del Cairo
Una donna attraversata da pura felicità nel donare, dedicarsi agli ultimi in alcune
delle zone più povere del mondo. Suor Emmanuelle, soprannominata da molti la "Madre
Teresa del Cairo", città dove ha a lungo operato fra le bidonville, è la figura
al centro del libro-intervista scritto da Angela Silvestrini per le edizioni San Paolo.
Presentato ieri nella Sala Stampa Vaticana, prende il titolo dal nome della religiosa
tracciando il profilo di una figura forte, dalla fede creativa, attraversata da un
profondo gusto per la vita e le relazioni umane. Alla presentazione del volume c’era
per noi Paola Simonetti:
La gioia della
fede e del suo esercizio è stata il paradigma della sua intera esistenza, spesa, fino
alla sua morte nel 2008 all’età di quasi cento anni, al servizio degli ultimi in giro
per il mondo: Istabul, Tunisi, Alessandra d’Egitto. Una vita, quella di Suor Emmanuelle,
appartenente alle religiose di Nostra Signora di Sion, a cui è dedicato il volume
di Angela Silvestrini, che prende titolo dal nome della religiosa, con un sottotitolo
che ne evidenzia l’essenza di vita: “Sono una delle donne più felici della terra”.
Un libro-intervista che rende testimonianza dell’opera di una donna forte, allegra,
positiva, eppure dedita alla profonda obbedienza, attraverso aneddoti, incontri e
interviste rilasciate all’autrice. Nata a Bruxelles nel 1908 entrò in convento all’età
di soli 21 anni, per poi insegnare presso le scuole di Nord Africa e Medio Oriente,
legate alla sua Congregazione. Suor Emmanuelle è nota soprattutto per le opere caritative
svolte nelle bidonville del Cairo e in Sudan, dove ha vissuto per anni a stretto
contatto con i poveri. “La cortesia, la gentilezza, l’amabilità erano tra le virtù
che più colpivano chiunque l’avvicinasse anche per pochi istanti, così come la cura
che poneva ad ogni incontro”, racconta nel testo l’autrice. “Amava incontrare, capire
gustare la compagnia degli uomini e di Dio, non si doveva perdere neanche un minuto,
lasciar cadere nessuna opportunità”. La pura felicità che attraversava la sua vita
di religiosa al servizio degli ultimi, non conosceva ombre o fatica, perché - sottolinea
Claudio Lurati, economo generale dei Comboniani intervenuto alla presentazione,
era agganciata ai valori fondanti della sua fede
“Uno è nell’obbedienza,
perché la felicità non è una cosa che si conquista con una strategia, ma è qualcosa
che viene dato. La seconda è che la felicità è indubbiamente legata all’amore. Suor
Emmanuelle ha speso tutta la sua vita nella costruzione di relazioni, nell’incontrare
persone… Questo è l’amore”.
Una fede quella di Suor Emmanuelle spesa anche,
e soprattutto, a favore del dialogo interreligioso, come ha sottolineato Marco
Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant'Egidio:
“Ha sempre guardato
gli altri, cioè i non cattolici, con simpatia. Ha saputo liberarsi dai pregiudizi
e ha saputo guardare al cuore dell’uomo. Per lei non c’era l’islam, ma c’erano i musulmani.
Non c’era l’ebraismo, ma gli ebrei. Ci sono uomini e donne da amare, da conoscere
e da capire”.
Una testimonianza forte, quella raccolta nel libro di Angela
Silvestrini, utile a lettori di ogni età, come ha sottolineato la stessa autrice:
“Penso che sia un libro che vada bene per tutti, uomini e donne di tutte le
età. Lei insegna molto, anche a chi è anziano dice di non perdersi d’animo, di non
rinchiudersi in se stesso, ma di andare verso gli altri, perché in questo modo si
può essere veramente felici”. (mg)