2012-03-05 14:09:02

Sugli schermi italiani il film francese "Quasi amici"


E’ arrivato anche sugli schermi italiani “Quasi amici – Intouchables”, film della coppia di giovani registi francesi Eric Toledano e Olivier Nakache, diventato uno dei successi più inaspettati e clamorosi del cinema d’oltralpe: 20 milioni di spettatori a oggi e 170 milioni di euro d'incasso. Un caso sul quale sono intervenuti critici e sociologi, per la forza dirompente e comica con la quale nella pellicola, tratta da una storia vera, è affrontato il tema dell’handicap e dell’emarginazione. Il servizio di Luca Pellegrini:RealAudioMP3

E’ stato un caso in Francia e in parte se ne capisce il perché. Più che per uno scandalo annunciato, "Quasi amici – Intouchables" ha fatto parlare di sè per l’originale e spericolato tentativo di affrontare l’handicap costruendo una commedia che effettivamente ha molte risorse narrative e spunti di divertimento. I due personaggi protagonisti, diversamente emarginati, per la disabilità fisica e per la condizione sociale, si sono conosciuti e hanno tentato, pur rimanendo intoccabili come le loro vite e i loro caratteri, di aiutarsi. Esistono veramente: l'uno è Philippe Pozzo di Borgo, che per una caduta in parapendio rimane immobilizzato a vita dal collo in giù e scrive le sue memorie dal titolo esplicito, "Il diavolo custode"; l'altro è Abdel, magrebino che a Parigi cerca lavoro tentando di fuggire dal ghetto della banlieue e inaspettatamente lo trova come improbabile badante del malato milionario. Senza falsi pudori, ma anche senza derisione e con spiazzante canzonatura, questa commedia supera tutti i cliché parlando di malattia e di speranza: l'improvvisato badante sconquassa le regole della psicologia e della medicina, il ricco handicappato scopre in lui qualcuno che, come confessa, finalmente gli stia vicino non per pietà, perché non gli serve e non sarebbe sincera, ma per insufflare in quel suo corpo immobile una nuova gioia di vivere. La reazione dei portatori di handicap in Francia - confida uno dei registi – è stata calorosa e forte. Hanno detto unanimemente: "Erano tanti anni che aspettavamo un film che permettesse al pubblico di ridere di noi". Certo la storia non fa leva sulla compassione né sulla carità, ma sull’innaturale solidarietà tra i due, che ha sortito effetti positivi nella realtà: Philippe ha accantonato l'idea della morte e oggi vive in Marocco, mentre Abdel ha accettato una vita onesta e integrata nella società. Accusato ingiustamente di razzismo, il film viene difeso dal bravo attore di colore Omar Sy nel ruolo dello scatenato badante: "Le persone che accusano Intouchables di razzismo e derisione si rifiutano di guardare al di là. Ma per tutti c'è una speranza, la capacità di essere solidali, di andare oltre un nero pessimismo". E con il loro film così provocatorio, i due scatenati registi francesi sembrano esserci riusciti.







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